Lotta contro la pirateria digitale: Google si confronta con una massiccia quantità di URL da esaminare e deindicizzare.

La guerra contro la pirateria online richiede un impegno costante, in particolare da parte dei detentori di diritti che devono segnalare a Google i siti ritenuti illegali. L’obiettivo di questa pratica è chiaro: eliminare questi siti dai risultati di ricerca del motore, riducendone così la visibilità e, di conseguenza, il traffico. L’efficacia di questo metodo si basa sul principio che meno un sito è visibile, meno viene visitato, portando alla sua eventuale scomparsa.

Da quando Google ha introdotto questo sistema, ha ricevuto una cifra impressionante di 7,5 miliardi di URL da esaminare. Questo numero diventa ancora più significativo quando si considera il numero di nomi di dominio unici associati a questi URL. Per fornire un contesto, il nome di dominio di un sito web è il suo nome più la sua estensione, ad esempio, ceotech.it.

Dei 7 miliardi di indirizzi URL inviati dai detentori dei diritti, il totale si “riduce” a 5 milioni di nomi di dominio unici. Tuttavia, non tutti questi nomi di dominio hanno lo stesso peso in termini di URL da eliminare. Sorprendentemente, solo 20 nomi di dominio rappresentano il 10% degli indirizzi incriminati. In cima alla lista ci sono daft.sex e dsex.to, con quasi 125 milioni di indirizzi segnalati ciascuno. Questi due siti sono stati oggetto di attenzione particolare da parte di Mindgeek, la società proprietaria di Pornhub, tra gli altri.

Il sito di condivisione 4shared.com si è classificato terzo in questa lista. Questo tipo di servizio è noto per essere un veicolo di pirateria, come dimostrato dalle recenti azioni legali contro Uptobox. Interessante è anche la presenza in classifica di indirizzi non più attivi da anni, come mp3toys.xyz. Altri siti noti, ma legittimi, come Netflix, Disney+ e Google.com stesso, appaiono anch’essi in questa lista.

Sorprendentemente, Google ha dovuto esaminare le proprie richieste per rimuovere i propri URL dai risultati di ricerca, quasi 775.500 volte. La presenza di questi siti legittimi può essere attribuita a errori di segnalazione, probabilmente causati da sistemi automatici. Spesso gli indirizzi pirata cambiano la loro estensione per evitare la deindicizzazione, mentre in alcuni casi l’intervento dei tribunali porta alla chiusura definitiva dei siti.

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Team CEOTECH
La tecnologia dovrebbe arricchire la vita delle persone oltre a tutelare il pianeta.