Google Chrome OS potrebbe presto essere in grado di andare in ibernazione, in modo da garantire un maggiore risparmio energetico rispetto al normale standby: sembra infatti che l’arrivo della funzionalità sia certo, dal momento che Google stesso ha illustrato come funzionerà. Resta ovviamente da capire quanto tempo ci vorrà per la sua distribuzione, ma secondo i colleghi di 9to5google l’attesa non sarà molto lunga. Le prove sono già iniziate ed è lecito aspettarsi che dureranno almeno qualche mese.
Quando un computer non è acceso e attivo, nello scenario attuale ci sono tre stati: completamente spento, standby e ibernazione. Semplificando molto, la principale differenza tra uno stato e l’altro è quanta energia consumano e quanto tempo impiegano per tornare attivi.
Un semplice standby, o sospensione, mantiene attivi il processore (almeno parzialmente) e la RAM, in modo che non appena il sistema si riattiva, l’utente può riprendere esattamente da dove si era interrotto.
Allo spegnimento, invece, tutto il sistema viene completamente disattivato, il contenuto della RAM si perde e alla sua riaccensione riparte da zero.
L’ibernazione è uno stato, diciamo a metà: anche la RAM è spenta, ma il suo contenuto viene salvato sull’hard disk in un “file di ibernazione”. Quando il sistema si accende, il contenuto del file di ibernazione viene ricaricato nella RAM e l’utente può riprendere da dove si era interrotto.
Come si può immaginare, il computer consuma più energia in standby ma garantisce una riattivazione quasi immediata e consente di riprendere da dove si era rimasti in precedenza. Quando un computer è in ibernazione consuma quasi zero, come se fosse spento; lo svantaggio è che ci vuole più tempo di un normale spegnimento perché tutto il contenuto della RAM deve essere scritto su disco (e crittografato, in questo caso specifico), ma permette di continuare da dove si era interrotto.
La particolarità del protocollo sviluppato da Google per Chrome OS, che si chiama Hiberman, è che essenzialmente il contenuto della RAM viene crittografato prima di essere salvato nel file di ibernazione. È una misura di sicurezza aggiuntiva che probabilmente sembrerà superflua alla maggior parte degli utenti domestici, ma è bene ricordare che i Chromebook sono particolarmente apprezzati negli ambienti aziendali e scolastici, dove c’è molta più attenzione alla privacy e i dati elaborati sono potenzialmente più sensibili.
Tra le altre cose, Google specifica anche che se un sistema è stato ibernato e viene poi riattivato e sul dispositivo si autentica un utente diverso, la sessione precedente viene eliminata, sempre per motivi di sicurezza facilmente comprensibili.
Al momento non è chiaro come Google sceglierà di implementare l’interfaccia per ibernare il sistema; è probabile che, come in altri sistemi operativi, ci sia una voce dedicata nel menu di spegnimento. Un dettaglio di cui Google si sta dimostrando piuttosto fiducioso è la velocità con cui Hiberman completerà le operazioni di trasferimento dei contenuti extra tra l’unità interna e la RAM.