Con il lancio della “Privacy Sandbox” previsto per il 4 gennaio 2024, Google Chrome inizia la graduale eliminazione dei cookie di terze parti, segnando un cambiamento epocale nel trattamento della privacy online.
Il gigante della tecnologia Google ha annunciato che, nell’ambito della sua iniziativa “Privacy Sandbox“, inizierà a limitare i cookie di terze parti nel browser Chrome a partire dal primo trimestre del 2024. Con la data di lancio fissata per il 4 gennaio, Google sta per introdurre un cambiamento significativo nel modo in cui la privacy online viene gestita.
In una prima fase, solo un 1% casuale degli utenti di Google Chrome a livello globale vedrà abilitata la “Tracking Protection“ nel proprio browser. Questo significa che i cookie di terze parti saranno bloccati per impostazione predefinita per questi utenti, che riceveranno una notifica nella barra degli indirizzi del browser. Questo è un passo importante verso la limitazione del tracciamento tra i siti in nome della privacy degli utenti.
Se il lancio iniziale avrà successo, Google prevede di aumentare gradualmente l’implementazione fino a raggiungere il 100% degli utenti di Chrome entro la seconda metà del 2024. Questo periodo di transizione potrebbe presentare alcune difficoltà. Ad esempio, se gli utenti dovessero incontrare problemi nel caricamento dei siti web, Chrome offrirà l’opzione di riattivare temporaneamente i cookie di terze parti. Questa funzione sarà accessibile tramite l’icona dell’occhio situata sulla barra degli indirizzi.
Il rapporto di StatCounter di novembre 2023 ha rivelato che Google Chrome detiene una quota di mercato globale del 62,85%, posizionandosi ben al di sopra di Safari di Apple e Edge di Microsoft, rispettivamente al secondo e terzo posto. Data la vasta base di utenti di Chrome, che conta miliardi di persone, la decisione di Google di iniziare con solo l’1% degli utenti è vista come un “approccio responsabile all’eliminazione dei cookie di terze parti“.
Nonostante questo, Google potrebbe dover affrontare alcune sfide legali e regolatorie. L’Autorità per la concorrenza e i mercati del Regno Unito, così come le autorità di altri Paesi, stanno esaminando da vicino l’impatto che questo cambiamento avrà sulle attività pubblicitarie locali. Queste amministrazioni stanno lavorando per garantire che la transizione abbia un impatto minimo sulle loro economie digitali.