Sotto la lente del motore di ricerca Google, la pirateria online subisce un duro colpo grazie all’intervento anticipato e alla rimozione di link sospetti prima che compaiano nei risultati di ricerca.
In un mondo dove le informazioni fluiscono incessantemente e la digitalizzazione è un fenomeno in costante crescita, la pirateria online rappresenta un problema sempre più spinoso. Tuttavia, Google, gigante del web, ha fatto passi da gigante nel contrasto a tale fenomeno. In una recente comunicazione all’United States Patent and Trademark Office, l’azienda ha rivelato una mossa audace: l’eliminazione di centinaia di milioni di siti pirata dal suo motore di ricerca prima ancora che questi vengano indicizzati.
Per molti appassionati di cinema, la scena potrebbe ricordare quella del film di Steven Spielberg, Minority Report, dove un avanzato sistema prevede i crimini prima che essi accadano. Una fantascienza che sembra ora riflettersi in realtà, con Google che prende le redini del controllo e anticipa le mosse dei pirati digitali. Nel corso degli ultimi 10 anni, seguendo le direttive del DMCA (Digital Millennium Copyright Act), sono stati eliminati più di 7 miliardi di link legati a contenuti illegali.
Ma Google non si è fermata a rispettare semplicemente le disposizioni legali. Come riportato nella lettera, nel 2022 l’azienda ha rimosso un impressionante 40% di oltre 680 milioni di URL, tutti segnalati attraverso il modulo web dell’azienda, ma che non erano ancora presenti nell’indice di ricerca. Questo significa che tali link non hanno mai avuto la possibilità di apparire nei risultati di ricerca proposti agli utenti.
Un ulteriore aspetto notevole dell’approccio di Google è la possibilità di segnalare un sito pirata anche prima che venga commesso un atto illegale, come ad esempio il download o lo streaming di contenuti protetti. In vista di eventi sportivi di risonanza globale, come il Super Bowl o la Coppa del Mondo di calcio, spesso emergono siti che promettono la visione gratuita delle partite, camuffandosi sotto forma di pubblicità. Ecco che Google entra in gioco, permettendo ai detentori dei diritti di segnalare tali link e prevenendo così la loro indicizzazione.
Il risultato? Un impatto devastante per i siti pirata. “La nostra esperienza dimostra che i siti retrocessi perdono in media l’89% dei clic di ricerca”, afferma Google. L’azienda ha inoltre reso molto più arduo il processo di elusione, impedendo ai siti pirata di reindirizzare gli utenti verso nuovi domini.
Anche se al momento Google non prevede il lancio di ulteriori strumenti anti-pirateria, l’azienda sottolinea con chiarezza di essere sempre pronta a sviluppare e adottare processi innovativi per far fronte alle crescenti sfide del mondo digitale. Un messaggio chiaro a chiunque tenti di aggirare il sistema.