A causa della guerra in Ucraina, Google mette in pausa la monetizzazione dei contenuti finalizzati a sfruttare, ignorare o giustificare la guerra.
Nonostante i commenti sul conflitto tra Russia e Ucraina si siano attenuati negli ultimi giorni, la guerra è ancora in corso e non si vede la fine.
Mentre molte aziende si uniscono per cercare di aiutare i rifugiati ucraini, oltre a un’intensa campagna per “boicottare” la Russia, c’è chi cerca di trarre vantaggio dalla situazione e come modo per cercare di mitigare questa pratica, Google ha annunciato mercoledì 13 aprile che metterà in pausa la monetizzazione dei contenuti che sfruttano, negano o giustificano la guerra.
Per cercare di impedire alle persone di trarre profitto dalla guerra in Ucraina o per impedire la condivisione di informazioni false, anche tramite annunci, Google questa settimana ha annunciato una revisione delle sue politiche.
In un’e-mail inviata agli editori di annunci, la piattaforma ha affermato quanto segue:
A causa della guerra in Ucraina, metteremo in pausa la monetizzazione dei contenuti finalizzati a sfruttare, ignorare o giustificare la guerra.
Tieni presente che abbiamo già applicato questa misura alle dichiarazioni relative alla guerra in Ucraina in caso di violazione delle norme esistenti (ad esempio, le norme relative ai contenuti dispregiativi o pericolosi vietano di monetizzare contenuti che incitano alla violenza o negano eventi tragici). Questo aggiornamento ha lo scopo di chiarire, e in alcuni casi ampliare, le nostre indicazioni per i publisher in relazione a questo conflitto.
Questa sospensione della monetizzazione riguarda, a titolo esemplificativo, dichiarazioni secondo cui le vittime sono responsabili della propria tragedia o affermazioni simili di condanna delle vittime, ad esempio dichiarazioni secondo cui l’Ucraina sta commettendo un genocidio o sta attaccando deliberatamente i suoi stessi cittadini.
Dal tono della nota, puoi capire che alcuni siti che ricevono monetizzazione dagli annunci di Google pubblicavano dichiarazioni errate sulla guerra, il che potrebbe peggiorare ulteriormente le cose.
Già qualche giorno fa Google aveva annunciato il blocco alla monetizzazione di siti web, canali e app in Russia, ma sembra che il colosso tecnologico non abbia intenzione di limitare i propri sforzi.
Ti sei imbattuto in qualche sito che ha rilasciato affermazioni come quelle esemplificate da Google?