Il recente utilizzo del Pixel 6a evidenzia come l’intelligence statunitense preferisca affidarsi agli smartphone di Big G. Una scelta non casuale, ma frutto di un rapporto che sembra consolidarsi anno dopo anno.
Il 2021 ha visto l’agenzia federale statunitense, l’FBI, avvalersi della tecnologia dei telefoni di Google: il Pixel 4a è stato uno strumento strategico per intercettare conversazioni criminali. Una scelta che ha destato curiosità e suscitato diverse riflessioni. Ma a distanza di un anno, le cose non sono cambiate. Anzi, sembra che la relazione tra l’FBI e i telefoni Google si stia consolidando ulteriormente. Immagini recenti rivelano infatti l’uso da parte dell’agenzia di un Pixel 6a con firmware modificato, specificatamente progettato per rispondere alle esigenze degli agenti governativi statunitensi.
Le foto, diffuse da GSMChina, mostrano un dispositivo particolare. Al suo interno, infatti, c’è un firmware dall’indicazione ben precisa: TP1A.220624.021.A1.2022121400 di GrapheneOS con il pacchetto di sicurezza riferito al mese di settembre. Questo dettaglio tecnico, associato a un bootloader personalizzato (versione bluejay-1.2-8893284), suggerisce una chiara personalizzazione per fini specifici. Tutto ciò, stando a quanto riportato, farebbe pensare che l’FBI abbia ottenuto questo dispositivo poco dopo il lancio ufficiale del Pixel 6a nel 2022.
Ma non è tutto. La parte posteriore dello smartphone rivela un altro dettaglio interessante: un codice a barre. Grazie a questo, è possibile identificare il modello del dispositivo come G1AZG, che corrisponde a quello venduto all’interno dell’Unione Europea. Una scelta che, inevitabilmente, suscita domande sulla provenienza e sulla distribuzione di questi dispositivi.
Dopo un’analisi più approfondita, emergono poche altre differenze rispetto a un Pixel 6a standard. Il sistema, infatti, si basa su una ROM AOSP, l’Android Open Source Project di Google, che rappresenta lo standard di riferimento. Tuttavia, ciò che rende unico questo dispositivo sono le tre app aggiuntive, integrate esclusivamente per l’utilizzo dell’FBI.
Il motivo esatto per cui l’FBI preferisca i dispositivi Google non è del tutto chiaro, ma è evidente che vi sia una fiducia consolidata nel brand e nelle sue capacità tecnologiche.