Meta, la società madre di Facebook, ha dichiarato che potrebbe impedire ai canadesi di condividere contenuti giornalistici in risposta alla proposta di legge C-18 del Paese. Introdotta dal governo liberale all’inizio di quest’anno, la legge sulle notizie online cerca di costringere le piattaforme come Facebook a stringere partnership per la condivisione delle entrate con le organizzazioni giornalistiche locali. La legge si ispira al News Media Bargaining Code australiano, che il Paese ha approvato con successo all’inizio del 2021 dopo una notevole resistenza da parte di Google e Meta.
In un post sul blog pubblicato venerdì scorso, Meta ha dichiarato di voler essere “trasparente sulla possibilità di essere costretta a valutare se continuare a consentire la condivisione di contenuti giornalistici in Canada”. La minaccia è arrivata dopo che il Comitato per il Patrimonio della Camera dei Comuni non ha invitato Meta a un incontro sulla legislazione all’inizio della settimana. La commissione ha ascoltato la testimonianza di Google, ma solo dopo che l’azienda ha chiesto di essere inclusa nei lavori.
“Abbiamo sempre affrontato il nostro impegno con le autorità pubbliche canadesi su questa legislazione nello spirito di un dibattito onesto e corretto, e quindi siamo stati sorpresi di non ricevere un invito a partecipare, in particolare alla luce dei commenti pubblici dei legislatori secondo cui questa legge è mirata a Facebook”, ha dichiarato Meta a seguito dell’affronto. Il governo canadese e il gigante dei social media hanno un rapporto conflittuale da quando, nel 2019, l’amministratore delegato Mark Zuckerberg e l’ex direttore generale Sheryl Sandberg hanno ignorato i mandati di comparizione della commissione etica del Parlamento.
Lo sponsor della proposta di legge, il ministro del Patrimonio Pablo Rodriguez, ha accusato Meta di utilizzare lo stesso schema di gioco impiegato dall’azienda in Australia. “Tutto ciò che chiediamo ai giganti tecnologici come Facebook è di negoziare accordi equi con le testate giornalistiche quando traggono profitto dal loro lavoro”, ha dichiarato al National Post. Tra le altre obiezioni, Meta sostiene che i contenuti giornalistici non sono una fonte di guadagno significativa per l’azienda. Quando l’Australia ha emanato il News Media Bargaining Code, Meta ha brevemente tagliato l’accesso a tutti i contenuti giornalistici del Paese. Alla fine, però, l’azienda ha firmato accordi con organizzazioni come News Crop per veicolare i loro servizi.