Meta (ex Facebook) ha citato in giudizio una società che avrebbe estratto i dati da oltre 600.000 profili di Facebook e li avrebbe venduti a società che promettono un’ampia sorveglianza dei dati dei social media di persone considerate “potenziali bersagli”, con riferimento agli interessi pubblicitari.
Secondo quanto riportato, la società accusata di praticare lo scraping dei dati è la startup britannica Voyager Lab, che avrebbe creato account falsi per raccogliere informazioni da individui reali non solo da Facebook, ma anche da Instagram, Twitter e YouTube alimentando il suo software investigativo.
Come si legge nel dossier, Meta ha riscontrato la creazione di 38.000 account falsi, presumibilmente realizzati da Voyager Labs, che hanno portato allo scraping dei dati di 60.000 profili. Tra i contenuti raccolti ci sono i post che hanno ricevuto un like, l’elenco degli amici, le foto e i commenti pubblicati sul social network e altro ancora.
Secondo Meta, Voyager Labs è stata informata l’11 novembre 2022 con la richiesta di porre immediatamente fine allo scraping dei dati, ma non è noto se la richiesta sia stata accolta. La pratica viola le condizioni d’uso del social network che limitano l’estrazione di informazioni dagli utenti di Facebook e Instagram da parte di terzi.
“Aziende come Voyager fanno parte di un’industria che fornisce servizi di scraping a chiunque, indipendentemente dagli utenti a cui si rivolgono e per quale scopo, anche come modo per profilare le persone per comportamenti criminali”, ha dichiarato Meta in un comunicato.
Non è la prima volta che l’azienda di Mark Zuckerberg si attiva per arginare lo scraping dei dati sulla sua piattaforma, visto che qualche mese fa anche un’altra azienda è stata multata per aver violato i termini d’uso di Instagram.
Usi qualcuno dei social network di Meta? Conoscevi lo scraping dei dati? Raccontaci tutto nei commenti!