Meta ha ceduto alle ingiunzioni dell’Unione Europea e permetterà agli utenti europei di disabilitare la pubblicità mirata su Facebook e Instagram.
Nel gennaio 2023, Bruxelles ha multato Facebook e Instagram rispettivamente per 210 e 180 milioni di euro per aver violato il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). Questa sanzione ha avuto l’atteso effetto dissuasivo sulla società madre di Facebook. A partire dal 5 aprile 2023, gli utenti che ne faranno richiesta non vedranno più gli annunci pubblicitari relativi ai video e ai contenuti che hanno visualizzato sui social network di Meta.
Facebook sta dando ai suoi utenti europei un po’ più di controllo sui loro dati, ma non rinuncia all’idea di annullare la decisione europea. Gli europei potranno rinunciare alla pubblicità mirata, ma il processo sarà in salita e le modifiche applicate saranno solo parziali. Secondo il Wall Street Journal, Facebook metterà a disposizione un modulo per chi vuole rinunciare a ricevere annunci personalizzati.
Facebook sta predisponendo una procedura per disabilitare la pubblicità mirata, ma non è detta l’ultima parola
Seguire questa procedura non garantisce che non sarete più “tracciati”. Da un lato, la decisione di accogliere le richieste degli utenti resterà di competenza del social network, che si riserva il diritto di rifiutare alcune richieste. D’altra parte, il targeting degli annunci non sarà completamente disabilitato. In ogni caso, gli utenti continueranno a vedere annunci relativi alla loro età e alla loro posizione geografica.
Meta si sta adeguando, pur continuando il suo braccio di ferro con le autorità di regolamentazione europee. Con 2 miliardi di utenti attivi al giorno, il modello di business dell’azienda, basato sulla pubblicità personalizzata, è troppo importante per essere tagliato senza combattere. Le mezze misure e la procedura deliberatamente restrittiva di Meta per conformarsi al GDPR saranno sufficienti per evitare cause legali in futuro? Nulla è meno certo. Secondo il quotidiano finanziario statunitense, la tattica di Meta di chiedere agli utenti di “rinunciare al programma di targeting piuttosto che chiedere il loro consenso fin dall’inizio potrebbe portare a ulteriori reclami”.