La causa antitrust Epic Games contro Google si conclude con un verdetto storico: il Google Play Store e il suo sistema di elaborazione dei pagamenti in-app violano la legge antitrust, segnando un importante punto di svolta nel settore delle applicazioni mobili
In una sentenza che sta già avendo un impatto significativo sull’industria tecnologica, una giuria federale si è pronunciata sulla causa antitrust Epic Games contro Google, stabilendo che il negozio di app Play Store di Google viola la legge antitrust. La giuria ha inoltre affermato che le pratiche di elaborazione dei pagamenti in-app e la distribuzione delle app Android da parte di Google sono gestite come monopoli.
Tim Sweeney, CEO di Epic, ha espresso grande soddisfazione per questo risultato, sottolineando la rilevanza della sentenza, che rappresenta una vittoria che era sfuggita a Epic nel suo precedente confronto legale con Apple nel 2021. Sweeney, in un post su “X”, ha celebrato dichiarando: “Vittoria su Google! Dopo 4 settimane di dettagliate testimonianze in tribunale, la giuria californiana si è pronunciata contro il monopolio di Google Play su tutti i capi d’accusa”.
Dall’altro lato, Google ha annunciato che intende fare appello alla sentenza. Wilson White, vicepresidente degli affari governativi e delle politiche pubbliche di Google, ha difeso la posizione dell’azienda affermando: “Android e Google Play offrono più scelta e apertura di qualsiasi altra grande piattaforma mobile”. White ha sottolineato la forte concorrenza che Google affronta con Apple e altri app store, sia su dispositivi Android che su console di gioco, e ha ribadito l’impegno dell’azienda nei confronti degli utenti e dell’ecosistema Android.
La prossima fase della causa è prevista per l’anno prossimo, quando un processo separato esaminerà le possibili soluzioni da imporre a Google e al suo Play Store. Questo processo potrebbe portare a cambiamenti significativi nel modo in cui Google riscuote le tariffe dagli sviluppatori o potrebbe costringere Google a rendere più semplice per gli utenti Android l’accesso ai negozi di app di terze parti. È importante notare che, a differenza di iOS, Android permette agli utenti di caricare applicazioni in modalità sideload tramite app storefront di terze parti.
Il nucleo di questa battaglia legale risale al 2020, quando Epic ha offerto ai giocatori di Fortnite la possibilità di acquistare valuta di gioco direttamente da Epic a un prezzo scontato, violando così le regole di Apple e Google che prevedono una commissione fino al 30% sui ricavi in-app. Questo ha portato sia Apple che Google a rimuovere Fortnite dai loro app store, scatenando la causa legale da parte di Epic.
Nel caso di Epic contro Apple, deciso da un giudice anziché da una giuria, Apple non è stata dichiarata monopolista. Il giudice Yvonne Gonzalez Rogers, nel suo verdetto, ha dichiarato: “Alla luce degli atti del processo, la Corte non può concludere che Apple sia un monopolista ai sensi delle leggi antitrust federali o statali”.
Come Apple, anche Google ha criticato Epic per aver tratto vantaggio dalla visibilità del Play Store senza contribuire ai costi di gestione della piattaforma. Questa sentenza, tuttavia, potrebbe avere ripercussioni importanti sulle future politiche di gestione degli app store e sulla distribuzione delle app Android, segnando un momento decisivo nel dibattito globale sull’antitrust nel settore tecnologico.