La distruzione di milioni di HDD funzionanti non solo rappresenta uno spreco ma contribuisce anche all’inquinamento. CDI promuove l’uso di tecniche di cancellazione sicura dei dati per un riutilizzo più sostenibile.
Milioni di dischi rigidi (HDD) vengono distrutti ogni anno, in un tentativo di garantire la sicurezza dei dati. Ma quanto è efficace questa pratica e, soprattutto, quanto è dannosa per l’ambiente? Jonmichael Hands, tesoriere della Circular Drive Initiative (CDI), suggerisce che non solo è inutile, ma rappresenta anche un grave pericolo ambientale.
La CDI è una coalizione di leader globali nel campo dell’archiviazione digitale, dei data center, della sostenibilità e della blockchain, che lavorano insieme per combattere il problema dei rifiuti elettronici, promuovendo il riutilizzo sicuro dell’hardware di archiviazione.
Sappiamo tutti che l’epoca degli HDD di tipo platter è in fase di declino, con le unità a stato solido (SSD) pronte a prendere il loro posto come standard per l’archiviazione dei dati. Questa transizione è inevitabile, e necessaria per sfruttare appieno le potenzialità di giochi come Starfield. Tuttavia, questo non giustifica lo spreco e la distruzione di dischi rigidi ancora funzionanti, una pratica comune in molti data center in tutto il mondo.
Hands rivela che un’azienda di distruzione di apparecchiature riceve annualmente fino a 5 milioni di dischi rigidi da un solo cliente. Questa incredibile quantità di rifiuti è giustificata dal desiderio di gestire i rischi e mantenere la sicurezza dei dati. “I fornitori di servizi cloud con cui parliamo parlano di sicurezza, ma in realtà intendono la gestione del rischio”, afferma Hands. “Hanno una politica di rischio zero. Non può esserci una perdita su un milione di dischi, una su 10 milioni di dischi, una su 100 milioni di dischi. Il rischio deve essere pari a zero”.
Tuttavia, la distruzione fisica dei dischi rigidi non garantisce una sicurezza completa. “Una persona qualificata può recuperare i dati da un pezzo di piatto di 3 mm”, avverte Hands, evidenziando l’inefficienza di una pratica non solo inutile, ma anche dannosa per l’ambiente.
La soluzione promossa dalla CDI è quella di utilizzare metodi sicuri di cancellazione dei dati. Invece di distruggere fisicamente i dischi rigidi, si dovrebbero utilizzare tecniche di cancellazione sicura per proteggere i dati sensibili e consentire un riutilizzo più sostenibile dell’hardware. Un approccio che non solo sarebbe più sicuro, ma anche molto meno dannoso per l’ambiente, contribuendo a ridurre l’impatto ecologico dei rifiuti elettronici. In un mondo in cui la sostenibilità è sempre più importante, è tempo di ripensare le nostre pratiche e adottare metodi più responsabili per la gestione dei dati.