È stato appena battuto il record del più grande attacco DDoS della storia. In un post sul blog, CloudFlare rivela di essere stato il bersaglio di hacker particolarmente determinati, capaci di lanciare ben 71 milioni di richieste al secondo sui suoi servizi. L’azienda invita i suoi clienti a proteggersi al meglio da questa crescente minaccia.
Gli attacchi DDoS, altrimenti noti come attacchi di negazione del servizio o “attacchi di saturazione del servizio collettivo”, non sono una novità. Da quando internet è diventato popolare tra il pubblico, sono diventati sempre più aggressivi. Nel 2021, gli esperti di cybersicurezza hanno addirittura notato un’esplosione di questi attacchi. Questa domenica, 12 febbraio, è stato stabilito un nuovo record in questo settore.
Questa volta è stato preso di mira Cloudflare, o almeno i numerosi siti sotto l’ombrello del gigante dell’hosting. La portata dell’attacco è notevole. L’azienda afferma di essere stata l’obiettivo di una dozzina di operazioni simultanee. In media, Cloudflare è stato colpito da 50-70 milioni di richieste al secondo. Al culmine dell’attacco, l’azienda ha registrato 71 milioni di richieste. Come promemoria, il record precedente era di 46 milioni di richieste, bloccate all’epoca da Google.
Cloudflare ha subito il più grande attacco DDoS della storia, 71 milioni di richieste al secondo
Cloudflare afferma che gli hacker dietro l’attacco erano particolarmente ben organizzati. In totale, decine di migliaia di bot sono stati utilizzati per inondare i siti dell’host, con un totale di oltre 30.000 indirizzi IP registrati. “Tra i siti web attaccati c’erano un popolare provider di giochi, società di criptovalute, provider di hosting e piattaforme di cloud computing”, ha dichiarato la società.
Anche se l’impatto non sembra essere stato catastrofico per le piattaforme prese di mira, Cloudflare invita alla cautela. Da un lato, a causa dell’aumento esponenziale della popolarità degli attacchi DDoS negli ultimi anni. Se il 2021 è stato un anno record, il 2022 ha visto un aumento dell’87% di tali operazioni. Va detto che si tratta di un’operazione interessante per gli hacker, in quanto non comporta l’infiltrazione in una rete per danneggiare i sistemi presi di mira.
Infine, Cloudflare ci ricorda che gli attacchi DDoS non sono sempre fini a se stessi e possono essere utilizzati per trovare un’altra falla nelle reti. In altre parole, i siti che hanno subito quest’ultimo attacco possono aspettarsi un tentativo di furto di dati sensibili nelle prossime settimane.