OpenAI è stato costretto a reagire rapidamente dopo il blocco in Italia. Tra le critiche mosse dall’autorità di regolamentazione del nostro Paese c’era la mancata verifica dell’età degli utenti. Questo difetto è stato ora corretto. Da oggi i minori non potranno più accedere al chatbot senza il consenso di un adulto.
La festa è finita: le autorità di regolamentazione europee stanno iniziando a prendere in seria considerazione ChatGPT. L’Italia è stata la prima a colpire. La scorsa settimana il GPDP ha bandito l’applicazione dal nostro territorio, accusando OpenAI di diverse violazioni del GDPR e tra le altre cose ha sottolineato il fatto che il servizio di IA non richiede la verifica dell’età.
Prima ancora di avere il tempo di chiedersi se altri Paesi seguiranno l’esempio, OpenAI ha già preso provvedimenti per rettificare la situazione. Infatti, in un lungo post sul blog pubblicato ieri mercoledì 5 aprile, l’azienda presenta il suo “approccio alla sicurezza dell’IA”. In questo descrive come intende aumentare la sicurezza dei suoi utenti e in particolare le misure che intende mettere in atto a tal fine.
La prima di queste misure è una risposta diretta alle critiche delle autorità italiane. “La protezione dei bambini è una delle nostre priorità in materia di sicurezza. Richiediamo che le persone abbiano almeno 18 anni – o 13 anni con il consenso dei genitori – per utilizzare i nostri strumenti di intelligenza artificiale, e stiamo esplorando opzioni di verifica”, scrive OpenAI.
Quindi è solo questione di tempo prima che ChatGPT imponga effettivamente un limite di età ai suoi servizi. È ancora difficile prevedere come verrà implementata questa verifica, ma una cosa è certa: non piacerà a tutti. A OpenAI non resta che correggere le altre critiche mosse dal regolatore, soprattutto in termini di protezione dei dati. Ricordiamo che qualche giorno fa una grossa fuga di notizie ha lasciato trapelare un gran numero di informazioni personali degli utenti.