Un insegnante ha scoperto che i suoi studenti hanno usato ChatGPT nella stesura di un compito di marketing e ha deciso di non correggere gli elaborati.
Un’insegnante dell’IUT Charlemagne (Istituto Universitario di Tecnologia Charlemagne) di Nancy ha notato che gli elaborati presentati dai suoi studenti erano privi di errori di ortografia e ricchi di frasi elaborate e questo l’ha spinto a prestare attenzione. Man man che continuava a leggere i compiti, si è reso conto che la maggior parte dei suoi 120 studenti del primo anno aveva probabilmente utilizzato ChatGPT.
Dopo alcune discussioni faccia a faccia con alcuni di loro, i sospetti sono stati confermati. Il team di valutazione della classe ha quindi deciso di non correggere i compiti. Il direttore della scuola, Samuel Cruz-Lara, ha dichiarato che se avessero avuto più tempo a disposizione avrebbero chiesto spiegazioni a tutti gli studenti, cosa fatta con alcuni di loro, che hanno ammesso solo a metà ciò che hanno fatto, ma essendo alla fine dell’anno accademico non è stato possibile.
Tuttavia, il direttore ha anche aggiunto che gli studenti non saranno penalizzati per l’uso improprio dell’intelligenza artificiale e che riceveranno comunque un voto medio che impedirà loro di essere bocciati. Risulta però necessario incoraggiare ad un uso più responsabile di dell’IA e di chatbot come ChatGPT, che in ogni caso sarà molto difficile per gli insegnanti bandire dai loro campus.
Samuel Cruz-Lara ha in programma di coinvolgere gli studenti in una discussione sui benefici e sui pericoli dell’uso di ChatGPT. Dato che l’istituto ha già delle regole relative al plagio, il direttore prevede anche di adattare le regole del suo istituto a questo nuovo contesto, con l’uso dell’IA che sarà in futuro penalizzato come il plagio.
Quanto accaduto riporta nuovamente in discussione l’uso dell’IA in ambito accademico, argomento trattato in molteplici contesti fin dal lancio del chatbot di OpenAI.