Dopo aver rilevato abusi degli utenti sui paywall, OpenAI interrompe temporaneamente la funzionalità “Sfoglia con Bing” per ChatGPT, cercando di risolvere la questione con la massima urgenza.
OpenAI, l’organizzazione di ricerca sull’intelligenza artificiale che ha sviluppato ChatGPT, ha annunciato la sospensione temporanea della sua integrazione con Bing, il motore di ricerca di Microsoft. Questa decisione è stata presa a seguito della scoperta che alcuni utenti stavano sfruttando il servizio per bypassare i paywall, gli ostacoli digitali utilizzati dai siti a pagamento per limitare l’accesso ai contenuti ai soli abbonati.
La funzione “Sfoglia con Bing”, disponibile solo per gli utenti di ChatGPT Plus, permette a ChatGPT di navigare in internet per fornire risposte più aggiornate. Il chatbot, basato sul modello GPT-4 di OpenAI, ha un limite di addestramento che gli consente di accedere solo alle informazioni prodotte fino a settembre 2021. Per superare questo limite, OpenAI ha introdotto l’integrazione con Bing, consentendo all’intelligenza artificiale di cercare informazioni più recenti sul web.
Tuttavia, lunedì 3 luglio 2023, OpenAI ha annunciato la disattivazione di questa funzione per precauzione. “Per fare un favore ai proprietari dei contenuti, stiamo disabilitando temporaneamente la funzione beta ‘Sfoglia con Bing’ mentre cerchiamo di risolvere questo problema. Stiamo lavorando per ripristinare il servizio il più presto possibile e apprezziamo la vostra pazienza e comprensione”, ha dichiarato OpenAI.
I paywall rappresentano un metodo diffuso per incentivare gli utenti web a sottoscrivere un abbonamento per accedere a contenuti esclusivi. Questo meccanismo è comune soprattutto per giornali e riviste online, che spesso offrono abbonamenti mensili per garantire l’accesso illimitato alle informazioni. Tuttavia, attraverso ChatGPT, gli utenti erano in grado di eludere questo sistema, ottenendo il contenuto di un sito semplicemente fornendo un URL.
Per proteggere i diritti dei proprietari dei contenuti, OpenAI ha deciso di sospendere temporaneamente l’integrazione con Bing. Questa decisione giunge in un momento delicato per OpenAI e Microsoft, che a fine giugno sono state citate in giudizio per presunta violazione della privacy degli utenti di ChatGPT.
Secondo la causa legale, intentata da uno studio legale presso la Corte Federale di San Francisco, in California, le due aziende avrebbero utilizzato i dati degli utenti per addestrare il chatbot IA senza il loro adeguato consenso, notifica o remunerazione. La causa richiede un risarcimento di 3 miliardi di dollari per danni.
Questa serie di eventi evidenzia l’importanza di una gestione etica e rispettosa dell’IA, che tenga conto sia dei diritti dei proprietari dei contenuti, sia della privacy e del consenso degli utenti. Mentre OpenAI lavora per risolvere queste questioni, gli occhi dell’intero settore tecnologico restano puntati su di loro.