Secondo gli esperti le ondate di calore delle ultime settimane potrebbero essere sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico.
Questo mese ha sorpreso raggiungendo un record di temperatura media globale. Il giorno più caldo è stato il 3 luglio durante il quale il pianeta ha raggiunto una media globale di 17,1 °C. Secondo una recente analisi rilasciata dal World Weather Attribution, le recenti ondate di caldo intenso potrebbero diventare sempre più frequenti.
Secondo i calcoli degli esperti, se la temperatura globale raggiunge i 2 °C al di sopra di quanto registrato prima che l’uomo iniziasse a utilizzare i combustibili fossili, cioè l’era preindustriale, le ondate di calore si verificheranno ogni 2 o 5 anni, a differenza di quanto avviene attualmente, col fenomeno che si verifica, in media, ogni 15 anni in Nord America, ogni 10 nell’Europa meridionale.
Se le emissioni continueranno allo stesso ritmo crescente per qualche altro anno, la soglia dei 2°C verrà superata in circa 30 anni. Gli scienziati avvertono che nel clima odierno, che si è riscaldato di 1,1°C, ondate di calore così estreme non sono più rare.
Sono state registrate temperature superiori a 35 °C negli Stati Uniti, in Cina ed in Europa; in Italia alcune città hanno raggiunto picchi di 42°. Nel nord del continente africano, alcune località hanno raggiunto valori vicini ai 50 °C. Anche l’Antartide, che è nel suo inverno, ha registrato temperature anormalmente elevate e aggravate da El Niño.
Friederike Otto, coautore dell’analisi e scienziato del clima presso il Grantham Institute dell’Imperial College di Londra, ha affermato “Il ruolo del cambiamento climatico è schiacciante”. “Non sorprende che questi eventi meteorologici stiano accadendo contemporaneamente”.
Otto avverte della necessità di ridurre immediatamente le emissioni di gas serra, come anidride carbonica e metano. Sebbene diverse proposte innovative cerchino di ridurre o eliminare l’emissione di questi inquinanti, gli esperti ritengono che i tempi siano stretti e ciò che forse “infastidisce” di più è che si sta verificando ciò che era stato previsto da diverso tempo.
Il cambiamento climatico ha effetti anche sulla salute, gravando soprattutto sulle persone più vulnerabili. Oltre ai decessi direttamente legati alla temperatura, ci sono anche effetti secondari, come quelli derivanti dal fumo tossico degli incendi. Sulle isole greche di Corfù e Rodi si sono verificate di recente evacuazioni di massa causate dal propagarsi del fuoco alla vegetazione locale. la situazione viene costantemente monitorata anche in Italia, dove il rischio incendi è, purtroppo, elevato.
“Finché continueremo a bruciare combustibili fossili, vedremo sempre più di questi estremi”, avverte Friederike Otto.