Un bot su LinkedIn, smascherato da una utente attenta, scatena riflessioni sulla proliferazione di questi programmi e sui rischi per gli utenti. L’episodio mette in luce come l’IA generativa possa rendere sempre più difficile distinguere tra un utente reale e un bot.
I bot hanno trovato terreno fertile in internet, infiltrandosi in numerosi angoli del web, inclusi i social network come X (ex Twitter) e, più recentemente, LinkedIn. Nonostante siano spesso associati a fini nefasti come truffe e spam, la loro presenza è diventata quasi una costante nel paesaggio digitale. LinkedIn, noto per essere un polo d’attrazione per professionisti di ogni settore, non è esente da questi problemi, diventando un bersaglio per hacker e truffatori che utilizzano bot per diffondere i loro inganni.
Lucile Danilov, una traduttrice professionista, ha deciso di confrontarsi con uno di questi bot dopo essersi accorta dei loro incessanti tentativi di interagire con i post degli utenti reali. La sua sfida, volta a smascherare il bot per quello che era, ha portato a una risposta sorprendentemente umoristica da parte dell’intelligenza artificiale che si fingeva utente, affermando di voler “promuovere la ricchezza della Bretagna”.
Incuriosita, Danilov ha spinto ulteriormente la conversazione, chiedendo al presunto bot di spiegare perché le rane fossero creature così fantastiche, ricevendo una risposta che elogiava le rane come “meraviglie della natura”. Questa interazione, seppur divertente, mostra una questione più seria: la proliferazione dei bot sui social network professionali come LinkedIn.
Sebbene in questo caso non si trattasse di una truffa diretta ai danni degli utenti, la facilità con cui i bot possono mimetizzarsi tra gli utenti reali e ingaggiare conversazioni plausibili pone interrogativi sulla sicurezza e sull’autenticità delle interazioni online. Con l’avanzamento delle tecnologie IA generative, diventa sempre più complesso distinguere tra umani e macchine, aumentando il rischio di cadere in truffe ben congegnate.
Questa vicenda serve come promemoria dell’importanza di mantenere un atteggiamento critico e sospettoso quando si naviga online, specialmente sui social network dove la professionalità e la fiducia sono valute correnti. Se da un lato il progresso tecnologico ha arricchito il nostro modo di comunicare e di fare networking, dall’altro ha anche aperto le porte a nuove forme di inganno che richiedono una maggiore vigilanza da parte degli utenti.