Blinken assicura che le restrizioni all’export non puntano a danneggiare l’economia della Cina, ma solo a proteggere la sicurezza nazionale.
Le sanzioni applicate dagli Stati Uniti alle aziende cinesi non dovrebbero ostacolare l’economia locale o lo sviluppo della Cina. Questa dichiarazione del Segretario di Stato americano Antony Blinken ha attirato l’attenzione della stampa mondiale dopo una rapida visita a Pechino. Secondo il segretario dell’amministrazione Biden, sebbene gli Stati Uniti abbiano posto il veto alla spedizione di chip avanzati in Cina o di macchinari per produrli, l’intenzione del Paese è solo quella di “proteggere la propria sicurezza nazionale”.
Citando Intel e Qualcomm come esempi, Blinken ha affermato che queste aziende possono continuare a vendere i loro chip alla Cina perché sono strettamente commerciali e non possono essere utilizzati per l’elaborazione avanzata dell’intelligenza artificiale. In altre parole, qualcosa di diverso da ciò che sta accadendo con NVIDIA.
Il segretario ha anche commentato il lancio di un notebook Huawei con un chip Intel per l’elaborazione dell’IA: “Ho visto che Huawei ha appena lanciato un nuovo portatile che si vanta di essere in grado di eseguire l’IA e che utilizza un chip Intel. Penso che questo dimostri che siamo concentrati solo sul sanzionare la tecnologia più sensibile che potrebbe rappresentare una minaccia per la nostra sicurezza. Non siamo concentrati sul tagliare gli scambi commerciali o sul contenere o trattenere la Cina”.
Tuttavia, Blinken non ha voluto rispondere sul perché non siano state concesse licenze simili ad AMD o MediaTek, dal momento che queste aziende attendono da anni l’opportunità di vendere i loro chip a Huawei, ad esempio. Inoltre, per quanto gli Stati Uniti neghino lo sforzo di contenere la Cina, questa settimana un teardown ha rivelato che Huawei si sta avvicinando al raggiungimento dell’autosufficienza nella produzione di smartphone. In altre parole, il processo di separazione delle catene tecnologiche continua e si teme che gli Stati Uniti inizino a interferire nell’architettura RISC-V, ampiamente utilizzata dai cinesi nei loro chip.