Bitcoin e fiori non hanno molto in comune a prima vista, ma nei Paesi Bassi un coltivatore di tulipani e una società di criptovalute sono riusciti a collaborare.
Quando si parla di Bitcoin, si pensa direttamente alla criptovaluta e a prima vista può essere difficile immaginare che questi beni digitali vengano utilizzati nella produzione agricola. Tuttavia, nei Paesi Bassi, un ingegnere e un floricoltore hanno trovato un modo per collegare le loro due attività.
In una serra, l’ingegnere Bert de Groot ha collocato sei server per criptovalute che eseguono calcoli complessi per generare bitcoin, noti come “mining”. Pertanto, fanno molto rumore, consumano molta elettricità, ma producono anche molto calore.
L’ingegnere usa il calore per far crescere i suoi tulipani
Questo calore è stato utilizzato per riscaldare la serra dove crescono i filari di tulipani, riducendo la dipendenza degli agricoltori dal gas, il cui prezzo è salito alle stelle dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Con una differenza di 20°C tra l’aria in entrata e in uscita dalle macchine, la temperatura è ideale per la coltivazione dei tulipani e l’essiccazione dei bulbi.
Il meglio è che i sei server Bitcoin sono alimentati da pannelli solari sul tetto della struttura, riducendo in modo significativo la bolletta elettrica e l’impatto negativo del mining di Bitcoin sull’ambiente. Inoltre, il proprietario dell’azienda Bitcoin Brabant, Bert de Groot, sottolinea che l’operazione è a zero emissioni: “Riduciamo il gas naturale e utilizziamo elettricità rinnovabile. In questo modo diamo un contributo concreto alla protezione del clima”.
Si tratta di un vero e proprio risultato, visto che la più grande fattoria di Bitcoin degli Stati Uniti consuma quanto mezzo reattore nucleare. Questa criptovaluta, come Ethereum, è uno degli asset digitali più popolari, e quindi il più inquinante. Secondo uno studio di Forex Suggest, sarebbero necessari circa 707 kWh per transazione, l’equivalente di 480 kg di CO2 emessi per ogni transazione.
Il progetto Bitcoin Bloem non è solo a beneficio dell’azienda stessa, ma anche della coltivatrice di fiori Danielle Koning. “La ragione più importante per avere minatori di Bitcoin nella nostra serra è che ci fa risparmiare gas naturale. Pensiamo che con questo modo di riscaldare la nostra serra, ma anche di guadagnare Bitcoin, siamo in una situazione vantaggiosa per tutti”.