Negli ultimi sette anni vissuti a Tel Aviv ho cambiato appartamento quattro volte e in ognuna ho affrontato lo stesso scenario: il provider internet ha impiegato diversi giorni per installare la connessione nell’appartamento, lasciandomi senza rete e frustrato mentre cercavo di guardare Netflix sulla TV usando il mio cellulare come hotspot. Siamo tutti d’accordo che non avere Internet rientra facilmente nella categoria delle emergenze personali! Una soluzione a questo problema è di andare dai vicini, presentarsi “Ciao. Sono il nuovo vicino”, conversare con loro, cercare di ottenere il loro numero di cellulare in caso di emergenze – e chiedere se è possibile utilizzare il loro WiFi fino a quando non arriva il collegamento. Spesso, il loro numero di cellulare è anche la password del WiFi!
Ho ipotizzato che la maggior parte delle persone che vivono in Israele (e nel mondo) hanno password WiFi non sicure che possono essere facilmente decifrate o addirittura indovinate da vicini curiosi o individui malintenzionati.
La mia esperienza, un attacco WiFi relativamente nuovo che spiegherò a breve, un nuovo mostruoso impianto di cracking (8 x QUADRO RTX 8000 48GB GPU) nei CyberArk Labs e il fatto che il WiFi sia ovunque, perché la connettività è più importante che mai, mi hanno spinto a verificare se la mia ipotesi fosse corretta o si trattasse solo di fortuna.
Con il passaggio allo smartworking a causa della pandemia, proteggere le reti domestiche è diventato ancor più importante e rappresenta un rischio, soprattutto per le imprese. Queste reti raramente sono controllate come quelle aziendali, e sappiamo che un programma di sicurezza è forte solo quanto il suo anello più debole.
Per verificare questa ipotesi, ho raccolto 5.000 hash delle reti WiFi come gruppo di studio, passeggiando per le strade di Tel Aviv con attrezzature di sniffing WiFi. Alla fine della ricerca, sono stato in grado di recuperare più del 70% delle password delle reti WiFi sniffate con relativa facilità. L’area metropolitana di Tel Aviv ha oltre 3,9 milioni di abitanti – è facile immaginare quali sarebbero stati i risultati se non ci fossimo limitati a 5.000 reti WiFi. Questa ricerca è stata condotta a Tel Aviv, ma i router coinvolti in questo attacco – prodotti da alcuni dei più grandi fornitori globali – sono utilizzati da famiglie e aziende in tutto il mondo.
Una rete WiFi compromessa rappresenta un serio rischio per individui e aziende di ogni dimensione. Le persone connesse alla vostra rete utilizzano parte della vostra banda, e già questo può rallentare l’esperienza su Internet. Ma, ed è la conseguenza più grave, una volta che gli attaccanti ottengono l’accesso a una rete, possono lanciare attacchi man-in-the-middle (MITM) ed essere in grado di accedere ad account aziendali di valore, come il conto bancario, l’account di posta elettronica (che è tutto nella vita di oggi) e compromettere altre credenziali sensibili. Questo approccio apre anche le porte a ulteriori vettori di attacco ai dispositivi IoT, come gli strumenti per la casa intelligente, smart TV, sistemi di sicurezza, ecc.
Per le piccole aziende, il rischio è che un cybercriminale si infiltri in una rete e si sposti lateralmente verso applicazioni o dati ad alto valore, come sistemi di fatturazione o casse. Per quanto riguarda le organizzazioni più grandi, è possibile che un attaccante ottenga un accesso iniziale al WiFi di un utente remoto per raggiungere poi il suo computer e attendere una connessione VPN o diretta dall’ufficio e spostarsi lateralmente da lì.
A cura di Ido Hoorvitch, researcher dei CyberArk Labs