Un computer quantistico sfida i giganti tecnologici superando la soglia dei 1.000 qubit con una tecnica unica basata su atomi neutri e l’elemento chimico itterbio.
Atom Computing, una start-up all’avanguardia nel campo dell’informatica quantistica, ha annunciato di aver realizzato un prototipo di computer quantistico che ha superato il milestone dei 1.000 qubit, stabilendo un nuovo primato oltre il record detenuto da IBM con il suo computer Osprey.
Il prototipo innovativo dell’azienda ha raggiunto con precisione 1.180 qubit, quasi triplicando la capacità dell’Osprey di IBM, che conta solamente 433 qubit. Nel complicato universo dell’informatica quantistica, un elevato numero di qubit non si traduce direttamente in prestazioni superiori. Infatti, un numero maggiore di qubit indica una maggiore stabilità.
A differenza dei comuni “bit” utilizzati nei computer tradizionali, i qubit, attraverso un fenomeno noto come “sovrapposizione quantistica”, possono rappresentare sia lo stato 1 che lo stato 0 contemporaneamente, permettendo di elaborare calcoli in parallelo. Inoltre, i qubit possono essere interconnessi, influenzandosi reciprocamente a seconda dello stato in cui si trovano.
Ciò che distingue il computer di Atom Computing dalle macchine realizzate da aziende come Google e IBM è il suo approccio unico alla stabilità dei qubit. Mentre molte aziende utilizzano fili superconduttori che devono essere raffreddati a temperature estremamente basse, Atom Computing utilizza atomi neutri “intrappolati” da raggi laser in una griglia bidimensionale. Questa innovativa architettura consente di incrementare il numero di qubit in uno spazio contenuto, avvicinandosi all’obiettivo di creare computer quantistici privi di errori.
Rob Hays, CEO di Atom Computing, sottolinea l’importanza di questa evoluzione: “Con l’approccio dell’atomo neutro e la velocità di scala che abbiamo, potremo raggiungere l’era della ‘fault-tolerant’ molto più rapidamente“. L’approccio “fault tolerant” è cruciale per portare l’informatica quantistica fuori dai laboratori e avvicinarla alle applicazioni reali nel mondo.
Un altro salto qualitativo di Atom Computing è l’utilizzo dell’elemento chimico itterbio. Diversamente dalla prassi che vede l’uso degli elettroni degli atomi neutri come qubit, Hays e il suo team hanno sfruttato una particella subatomica presente nel nucleo dell’itterbio, noto come “spin”, che risulta particolarmente resistente alle interferenze esterne.
Tuttavia, nonostante questi significativi progressi, rimangono delle sfide da affrontare. Il computer di Atom Computing, ad esempio, non può ancora eseguire operazioni su tutti i qubit simultaneamente, un passo essenziale verso la realizzazione di computer quantistici a tolleranza di errore.