Un gruppo di artisti sta intraprendendo un’azione legale negli USA contro Stability AI, Midjourney e DeviantArt che creano generatori di immagini basati sull’IA
Non si è certamente iniziato a parlare di intelligenza artificiale con ChatGPT, il chatbot di OpenAI tanto ammirato quanto temuto di cui si discute veramente tanto ultimamente. Prima di questo c’è stato altro, fra cui Midjourney, Dall-E e altre IA-art che stanno sommergendo la comunità degli artisti. Gli artisti temono che i loro mezzi di sostentamento siano messi in pericolo dall’intelligenza artificiale e, dato che la miglior difesa è l’attacco, tre artisti si sono uniti per fare causa a Midjourney, DeviantArt (DreamUp) e Stability AI.
Sarah Andersen, Kelly McKernan e Karla Ortiz accusano queste aziende di aver utilizzato indebitamente miliardi di immagini protette da copyright per addestrare le loro intelligenze artificiali, che grazie all’apprendimento automatico sono ora in grado di creare immagini, persino fotografie, nello stile dei loro autori.
L’azione legale collettiva presentata in un tribunale di San Francisco si appella direttamente al DMCA (Digital Millennium Copyright Act), ai diritti della personalità e accusa le aziende di pratiche anticoncorrenziali.
Nel citare in giudizio i progettisti di questi nuovi tipi di generatori, l’obiettivo dei querelanti è quello di “fermare questa grossolana e grave violazione dei loro diritti prima che le loro professioni vengano eliminate da un programma informatico alimentato interamente dal loro duro lavoro“.
Possiamo osservare con sorpresa che Dall-E, il generatore di arte di OpenAI, non è incluso in questa causa.
I professionisti vedono l’intelligenza artificiale come una minaccia esistenziale, mentre il pubblico in generale vede l’IA come un nuovo strumento che democratizza la creatività. Il processo sarà probabilmente lungo e tortuoso ma molte delle argomentazioni avanzate dagli artisti, ad esempio il fatto che le immagini create dalle IA siano opere derivate dal loro lavoro, potrebbero essere ammissibili in tribunale.