Il Dipartimento di Giustizia USA cita in giudizio Apple per la terza volta in 14 anni, accusandola di ostacolare la concorrenza su iPhone. La causa, depositata a breve, potrebbe essere l’apice di un’indagine avviata nel 2019.
L’industria tecnologica si trova di fronte a un nuovo capitolo giuridico, con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti che sta per lanciare una terza azione legale contro Apple, accusandola di ostacolare l’accesso dei suoi concorrenti a funzioni di iPhone, tanto a livello hardware quanto software. Tale denuncia, anticipata da Bloomberg e prevista per essere formalizzata a breve presso una corte federale, segna un momento importante nell’indagine antitrust avviata nel 2019, nota come “indagine del secolo”.
Questa azione si aggiunge a precedenti cause legali antitrust intentate contro colossi del settore come Google e la sua società madre Alphabet, per abuso di posizione dominante, e le indagini in corso da parte della Federal Trade Commission contro Meta Platforms e Amazon.
Una rivelazione scioccante venne alla luce nel 2020, quando una sottocommissione giuridica della Camera degli Stati Uniti concluse che Apple, insieme a Meta, Google e Amazon, esercitava un monopolio paragonabile a quello dei magnati del petrolio e delle ferrovie del passato. L’accusa era grave: queste aziende eliminerebbero la concorrenza acquisendo imprese rivali e promuovendo ingiustamente i propri servizi a scapito di quelli offerti da aziende minori.
Nonostante la raccomandazione di introdurre nuove leggi antitrust, il Dipartimento di Giustizia scelse inizialmente di procedere contro Google, per il suo presunto monopolio nel mercato delle ricerche online e della pubblicità. Ora, l’attenzione si sposta su Apple, che si trova già a confrontarsi con un processo antitrust con Epic Games.
Questa nuova sfida legale arriva in un momento in cui Apple è sotto il la lente delle autorità di regolamentazione, specialmente in Europa. Di recente, l’azienda è stata multata per 1,8 miliardi di euro per pratiche anticoncorrenziali legate al mercato dello streaming musicale. Apple ha contestato la decisione, affermando che le autorità non hanno fornito prove concrete di danni ai consumatori.