Una nuova legge negli USA sfida il modello di business degli store digitali, mentre Apple paga una pesante multa di $13,65 milioni in Russia per le sue politiche di pagamento.
Apple e Google si trovano attualmente al centro di una crescente controversia riguardante le commissioni applicate nei loro rispettivi store digitali. La situazione si è intensificata recentemente negli Stati Uniti con l’introduzione di una nuova legge che impedisce alle aziende di ostacolare gli sviluppatori dal promuovere metodi di pagamento esterni ai loro store, esenti da commissioni. Apple è nota per il suo approccio rigido, culminato in Russia nel pagamento di una multa di oltre 13 milioni di dollari.
Le due big tech sono note per richiedere una percentuale su ogni transazione effettuata attraverso i loro store digitali, generalmente del 30%, riducibile al 15% in alcuni casi. Google ha dimostrato una certa flessibilità in questo ambito, mentre Apple è rimasta salda sulle proprie posizioni. Al centro di questa disputa c’è una pratica chiamata “steering”, che consiste nel dirigere gli utenti verso canali di acquisto alternativi, come i siti web degli sviluppatori, per evitare le commissioni degli store. Sebbene sia consentito agli sviluppatori informare gli utenti sull’esistenza di questi metodi alternativi, sia Apple che Google proibiscono l’integrazione diretta di link o pulsanti che facilitino il processo nelle loro app.
Apple è stata particolarmente criticata per le sue pratiche. A causa della natura chiusa dell’ecosistema iOS, gli utenti hanno minori alternative per l’installazione di software da fonti esterne rispetto ad Android, rendendo l’App Store un canale quasi esclusivo per l’acquisto di app e servizi su dispositivi iOS.
In Russia, la situazione ha raggiunto un punto critico con una sentenza dell’antitrust nel 2021, che ha definito le pratiche di Apple come concorrenza sleale. In seguito, Apple è stata condannata a pagare circa 1,2 miliardi di rubli, pari a 13,65 milioni di dollari. Dopo un tentativo fallito di appello, Apple ha ceduto e saldato la somma il 19 gennaio.