L’app Apple Music impedisce l’utilizzo su dispositivi Android rootati. Ecco come aggirare questo blocco e altre considerazioni sul rooting.
Effettuare il root del proprio dispositivo Android apre un mondo di possibilità, dalla rimozione del bloatware all’installazione di moduli Magisk per ottimizzare l’applicativo e la durata della batteria. Però, questo potere viene spesso osteggiato dagli sviluppatori di app, come dimostrato recentemente dall’aggiornamento di Apple Music.
Gli utenti Android che hanno eseguito il root dei loro dispositivi hanno iniziato a ricevere messaggi di avviso dall’app Apple Music, indicando che l’uso dell’app è consentito solo su dispositivi che non hanno root. Il problema è emerso con la versione beta 4.7 dell’app, che si blocca automaticamente su tali dispositivi. Nonostante le restrizioni, la comunità Android non ha tardato a trovare soluzioni per aggirare il problema. Tra le strategie più efficaci, spicca l’uso di MagiskHide, uno strumento che impedisce il rilevamento del root del dispositivo, confermato da numerosi utenti su Reddit come soluzione funzionante.
Questa misura restrittiva non è esclusiva di Apple. Anche Google ha adottato passi simili, bloccando la funzionalità RCS nell’app Messaggi su dispositivi con root senza fornire alcun messaggio di errore chiaro, lasciando gli utenti nel dubbio sulla causa del malfunzionamento. Il problema si è verificata già nel 2023, ma come nel caso di Apple Music, soluzioni basate su Magisk e Play Integrity Fix hanno offerto una via di fuga agli utenti decisi a mantenere le loro modifiche root.
L’adozione di tali restrizioni da parte di sviluppatori di punta mette in luce i rischi e le complicazioni legati all’uso di dispositivi Android con root. Google e Apple, in particolare, sono molto attenti nel rilevare e limitare l’uso dei loro servizi su dispositivi modificati. Tuttavia, per molti utenti, i benefici derivanti dal rooting, come la personalizzazione estrema e il miglioramento delle prestazioni, superano gli ostacoli imposti dalle app.