Il governo russo ha annunciato questa settimana che Apple ha pagato una multa di 906 milioni di rubli (più di 12 milioni di dollari) per “abuso di posizione dominante” nel mercato delle app per il sistema operativo iOS.
La decisione di Apple di interrompere le vendite di prodotti in Russia a causa della guerra in Ucraina non ha risparmiato all’azienda le spese derivanti dalle molteplici indagini antitrust in corso. Una di queste si è conclusa con una multa di 12,12 milioni di dollari per violazione della legislazione sul monopolio da parte della società di Cupertino.
Questo caso particolare risale al 2020, quando il Servizio Antimonopolio Federale Russo (FAS) ha concluso che Apple riceve un vantaggio sleale attraverso il suo App Store dedicato. Il caso ha richiesto anni di lavoro, ma alla fine il regolatore della concorrenza ha concluso che Apple deve alla Russia un’enorme quantità di denaro. Naturalmente, Apple “è rispettosamente in disaccordo” e intende appellarsi a questa decisione, anche se le notizie riportate da Reuters indicano che la multa è già stata pagata.
Tutto è partito da Kaspersky Labs quando la sua app Safe Kids è stata rifiutata secondo le regole interne dell’App Store. Anton Gorelkin – membro della commissione per l’informazione e le comunicazioni – ha dichiarato che la multa non è destinata a danneggiare Apple, ma a essere abbastanza evidente da inviare un messaggio alla Big Tech, come riporta AppleInsider.
Ma come tutti sappiamo, a volte quando piove piove sul bagnato. Il Servizio Federale Antimonopolio (FAS) della Russia si accanisce su Apple con un’altra multa, questa volta di 17,4 milioni di dollari. La multa riguarda il modo in cui l’App Store elabora i pagamenti e, più specificamente, la mancanza di opzioni che gli sviluppatori hanno quando si tratta di scegliere come fatturare ai propri clienti. Secondo quanto riportato da Reuters, la Russia considera le regole di Apple come un abuso della sua posizione dominante sul mercato iOS. Inoltre, la grande luce rossa lampeggiante è legata al divieto di Apple di indicare agli sviluppatori soluzioni di pagamento al di fuori dell’AppStore.
Si tratta dell’ennesimo caso in cui Apple è perseguita dai legislatori di tutto il mondo per il modo in cui gestisce l’App Store. Non si tratta di un’esclusiva di Apple, poiché Google è stata recentemente costretta per legge ad aprire Android a store di terze parti in India. Dato che sempre più cause vengono vinte contro le aziende di Big Tech, non si può fare a meno di chiedersi quale sarà il futuro dei beni digitali mobile.