La recente versione di Android 14 rivela prestazioni significativamente migliorate, frutto del lavoro silenzioso ma strategico degli sviluppatori Android.
Dopo due settimane dalla sua uscita ufficiale, Android 14 continua a svelarci le sue sorprese. Nonostante le numerose novità già conosciute e pubblicizzate da Google, sono emersi dettagli preziosi che delineano un quadro di notevole evoluzione in termini di prestazioni. E, a far luce su questi miglioramenti, ci ha pensato direttamente uno degli sviluppatori chiave del sistema operativo.
La presentazione ufficiale, avvenuta all’inizio di ottobre durante l’atteso evento Made by Google, ha segnato l’inizio della distribuzione di Android 14 sui dispositivi Pixel 8 e Pixel 8 Pro. Ma come spesso accade con i grandi lanci software, non tutto ciò che brilla viene immediatamente notato.
Dave Burke, vicepresidente della divisione Engineering di Android, ha offerto una panoramica approfondita delle innovazioni meno appariscenti, ma fondamentali, durante un’intervista rilasciata alla conferenza Android Show. La sua attenzione non si è focalizzata solo sull’aspetto visivo e sulla personalizzazione, ma ha sottolineato l’importanza dei miglioramenti sotto il cofano.
Il punto centrale della discussione? L’efficienza. Burke ha rivelato che, durante lo sviluppo di Android 14, ci si è “impegnati a fondo per ridurre l’attività della CPU delle applicazioni in background”. Una dichiarazione che ha trovato sostegno in un dato specifico: con Android 14 si registra una riduzione del 30% degli avvii a freddo per i dispositivi di punta con 12 GB di RAM. Mentre per dispositivi con 8 GB di RAM, il miglioramento è del 20%. Questo significa che le applicazioni, in particolare quelle non ancora presenti nella cache, possono ora avviarsi in modo significativamente più veloce, migliorando l’esperienza complessiva dell’utente.
Ma cosa significa in termini pratici? L’avvio a freddo di un’applicazione si verifica quando quest’ultima deve essere letta dalla memoria fisica e dalla RAM, in quanto non è memorizzata nella cache. Riducendo questi avvii, Android 14 ottimizza il consumo di risorse e velocizza l’esecuzione.
E l’ottimizzazione non si ferma qui. Burke ha anche evidenziato il lavoro svolto per impedire alle applicazioni di “svegliarsi” inutilmente, evitando consumi inutili di CPU e, di conseguenza, di batteria. Il sistema ora gestisce meglio queste “sveglie”, creando una sorta di coda o accorpandole.
Infine, la dimensione del codice è stata ridotta del 9,3%, garantendo al contempo prestazioni invariate. Questo non solo libera prezioso spazio di archiviazione ma assicura una richiesta di risorse inferiore durante l’utilizzo delle applicazioni.