Le statuette di realtà virtuale di Google per i telefoni Pixel, successivamente denominate e assemblate nell’app Playground, sono state un po’ divertenti nel 2017, quando è stato lanciato il primo smartphone Android dell’azienda. A quanto pare, però, lo scherzo non ha avuto il successo sperato e la funzione è stata eliminata dalla fotocamera della linea a partire dal Pixel 4a del 2020. Fino ad allora, chi aveva un Pixel 4 o un modello precedente poteva ancora avventurarsi nel Play Store e giocare con il meccanismo, ma ora Google ha messo il chiodo finale sulla bara di Playground e ha chiuso il gioco, togliendo gli adesivi dal negozio virtuale.
Gli adesivi non funzionano più, ovviamente, sui dispositivi di ultima generazione come gli smartphone della serie Pixel 6 o Pixel 7, ma chiunque abbia ancora l’app su un vecchio smartphone può godersela, ammesso che sia già scaricata. Se l’app era già stata scaricata ma è stata disinstallata, puoi comunque accedervi nuovamente accedendo alla gestione delle app del Play Store e recandoti nella scheda delle app disinstallate. A parte questi scenari, solo attraverso installazioni non ufficiali, utilizzando APK estratti manualmente da altri utenti.
Nonostante la rimozione di questa risorsa ludica, l’AR è nel mirino delle grandi aziende tecnologiche, in particolare quelle che vedono ancora del potenziale nel metaverso. Nonostante non attiri così tanta attenzione sulle sue imprese in AR, Google è noto per il programma “ARCore” che consente la creazione di applicazioni di realtà aumentata e offre agli utenti dei motori di ricerca la possibilità di sperimentare questa funzionalità in app come Maps o la ricerca di luoghi e gli animali, per esempio.
Alla fine dello scorso anno, un’indiscrezione ha suggerito che l’azienda sta cercando un team focalizzato specificamente sullo sviluppo di un sistema operativo per l’AR, una mossa che suggerisce che il gigante di Mountain View sta cercando di espandere la sua partecipazione al mondo virtuale.