Il secondo paese ad adottare Bitcoin come valuta nazionale è la Repubblica Centrafricana. Uno dei paesi più poveri del mondo, con solo l’11% di penetrazione di Internet.
La Repubblica Centrafricana è il secondo Paese ad adottare Bitcoin come valuta ufficiale, dopo El Salvador, che ha preso la stessa decisione lo scorso anno.
In un comunicato ufficiale, il governo sottolinea l’apertura di nuove opportunità nel Paese.
La decisione ha suscitato sorpresa tra analisti di geopolitica ed esperti di mercati finanziari. La Repubblica Centrafricana è uno dei paesi più poveri del mondo, nonostante la sua economia dell’oro e dell’uranio e soffre di una guerra civile dal 2012.
Secondo le stime di DataReportal, con una popolazione di 4,8 milioni, solo l’11% ha accesso a Internet, circa 550.000 persone. Inoltre, solo il 14% ha accesso all’elettricità, mentre meno della metà ha un telefono cellulare. I residenti della capitale Bangui non hanno capito la decisione e quando gli è stato chiesto non sapevano nemmeno cosa fosse un Bitcoin, poiché gran parte della popolazione utilizza solo contanti.
Gli esperti ritengono che la decisione del governo possa avere diverse ragioni. Tra questi, l’adozione della criptovaluta è vista come un modo per eliminare il franco CFA dell’Africa centrale dall’economia locale, una valuta regionale utilizzata da sei paesi e governata dalla Banca degli Stati dell’Africa centrale (BEAC) e ancorata all’euro.
Con la decisione, la Repubblica Centrafricana ridurrebbe l’influenza dell’Europa sulla sua economia, in particolare la Francia, che ha una lunga storia con la nazione, che ha governato il paese come colonia dalla fine del XIX secolo.
Altri sostengono che l’iniziativa sia stata presa dalle strette relazioni della Repubblica Centrafricana con la Russia. In una votazione sulle sanzioni contro il paese russo per la sua invasione dell’Ucraina, ha scelto di astenersi. Inoltre, la nazione africana impiega mercenari del Gruppo Wagner russo contro i ribelli locali.