Parlando di dispositivi per realtà virtuale penserete che il mio solito incipit nerd sia dedicato a “Matrix” o “Ready player one” (romanzo o film per i più giovani)… Ebbene no! La citazione questa volta è per un film degli inizi degli anni novanta, “Il tagliaerbe”. Liberamente tratto da un racconto di Stephen King, non fu un film da Oscar, ma che riuscì a diventare un piccolo cult pe gli estimatori del genere.

Ma passiamo ora alle cose serie. Oggi ho tra le mani il visore VR Reverb G2 di HP, uno strumento che sta prendendo piede, magari non in ambito domestico, ma nei settori scolastico, dell’intrattenimento (ad esempio al Lucca Comics & Games di qualche anni fa, un gruppo di cosplayer faceva provare l’ebrezza di entrare nell’Animus di Assassin’s Creed e di rivivere i ricordi di un proprio antenato, con uno dei primi e rudimentali VR) o perchè no nello studio di un architetto (anche questa vicenda realmente vissuta in prima persona in quanto quando comprammo casa io e mia moglie ci fu fatto fare un giro virtuale del nostro futuro appartamento, compreso di rendering di mobilia e variazioni di luce tra il giorno e la notte.).

COMPONENTISTICA

Aprendo la scatola troviamo al suo interno:

  • il visore Reverb G2, custodito all’interno di un sacchetto di tessuto-non-tessuto;
  • il Joystick sinistro e quello destro, anch’essi custoditi all’interno dei propri sacchetti;
  • il cavo, lungo 6 metri, per collegare il VR al proprio PC;
  • l’alimentatore da 45W;
  • il cavo di alimentazione;
  • l’adattatore da USB-C a USB-A;
  • l’adattatore Mini Displayport;
  • 4 pile AA, per l’alimentazione dei joystick;
  • una guida rapida all’avvio;
  • la garanzia.

CARATTERISTICHE TECNICHE:

HP Reverb G2 Headset

  • Schermo: Doppio LCD con diagonale di 2.89’’ e tecnologia Pulse Backlight.
  • Risoluzione: 2160 x 2160 pixel per occhio (4320 x 2160 pixel combinati). Matrice RGB dei sub-pixel.
  • Refresh rate: 90 Hz con le specifiche di sistema raccomandate.
  • Field of view: circa 114° in diagonale, lenti Fresnel-Asferiche.
  • Tracking: 2 camere frontali e 2 laterali montate sul visore.
  • Sensori: inside/out 6 DOF motion tracking, giroscopio, accelerometro e magnetometro.
  • Regolazione IPD: 64mm +/- 4mm con slider hardware.
  • Connessioni: DisplayPort 1.3, USB 3.0 type C, alimentatore.
  • Cavi: un cavo di 6m 2-in-1 (DisplayPort 1.3 + USB 3.0 Type C) ed un alimentatore. Adattatore da mini DisplayPort a full size DisplayPort, e adattatore da USB-C a USB-A.
  • Interfaccia meccanica: Cover facciale sostituibile.
  • Dimensioni (senza strap): 75x186x84 mm.
  • Peso (senza cavo): 550g

HP Reverb G2 Controller

  • Sensori: HP Reverb G2 tracking, IMU, LED attivi.
  • Connessione: Bluetooth.
  • Input: pulsanti A&B (a destra) o X&Y(a sinistra), pulsante menu, pulsante Windows, grip analogico, trigger analogico, thumbstick, pulsante per il pairing (pre-pairing con il visore già eseguito).
  • Potenza: due batterie AA per controller (incluse).
  • Dimensioni (WxDxH): 66x129x119mm.
  • Peso (senza batterie): 167g

REQUISITI MINIMI DI SISTEMA

Per poter utilizzare il Reveverb G2 di HP sono necessari i seguenti requisiti minimi: per quanto riguarda il processore, avremo bisogno per Intel di un Core i5, i7, Intel Xeon E3-1240 v5, equivalente o superiore, per AMD di un Ryzen 5 equivalente o superiore.

Almeno 8 GB di RAM o superiore, una DisplayPort 1.3 e di 1 porta USB 3.0 Type C.

DESIGN E MATERIALI

La prima sensazione che trasmette questo VR è l’ottima qualità dei componenti sia dal punto di vista costruttivo (ottime plastiche) che ergonomico, con un ottimo compromesso di indossabilità.

Per indossarlo basta infatti regolare i 3 velcri, 2 laterali e uno superiore, in modo da adattare il VR al proprio viso e mantenere un ottima sensazione di comfort grazie ai cuscini frontale posteriore in tessuto.

Le imbottiture e la conformazione della maschera, che è molto avvolgente e ben salda al viso, permettono un ottimo isolamento dalle fonti luminose provenienti dal mondo esterno, senza avere la necessità di isolarsi in una camera oscura, che anzi può peggiorare il tracciamento del visore basato come ricordo, oltre che sull’ accelerometro, anche sulle 4 fotocamere. E’ inoltre possibile, qualora ne abbiate necessità, indossare il visore sui vostri occhiali da vista, dato che lo spazio frontale tra occhio e schermo è notevole, a patto però che le astine siano sufficientemente sottili e flessibili da non dare fastidio durante l’indosso.

Nella parte inferiore troviamo la levetta per regolare la distanza focale a proprio piacimento.

I due diffusori esterni hanno la possibilità di essere ruotati di circa 90°, in questo modo è possibile sia adattarli alle proprie orecchie che rimuoverli del tutto. Questa soluzione permette così di avere un buona resa dell’audio, avvolgente e godibile anche a volumi alti, senza avere quella sensazione di compressione che potrebbero causare delle cuffie over-the-ear.

Come sempre alcuni parametri sono soggettivi, personalmente anche dopo sessioni piuttosto lunghe, durate qualche ora, non ho provato fastidi particolari, se non una sensazione di calore dovuta agli schermi e alla componentistica del VR; a mia moglie, invece, è bastato indossarlo mezz’oretta per uscirne completamente ubriaca (ma lei non è molto abituata a frequentare per lungo tempo gli schermi).

Passiamo ora ai joystick, caratterizzati dall’anello per il tracciamento della loro posizione. La sensazione trasmessa dalle plastiche è la stessa del visore e appena impugnati risultano ben studiati dal punto di vista ergonomico, in quanto il peso risulta ben bilanciato e i tasti disposti in modo da trovarseli naturalmente sempre pronti sotto le proprie dita.

Troviamo poi tutto il comparto di manualistica e quello dei cavi. Su quest’ultimo un nota di merito va alla lunghezza, circa 6 metri, che permette di muoversi in totale libertà, mentre un demerito va alla “morbidezza” in quanto il cavo risulta un po’ rigido e particolarmente scomodo se non si dispone di spazio adeguato per i movimenti.

Il Reverb G2 non presenta tasti di accensione, basta infatti sollevarlo per accenderlo e riporlo a riposo per poterlo spegnere, questa soluzione non mi ha convinto molto perchè potrebbe causare accensioni indesiderate che potrebbero essere eliminate con l’utilizzo di un banalissimo tasto ON/OFF.

USO GENERALE

Passiamo ora alla configurazione che è risultata abbastanza semplice ed intuitiva, installato infatti il programma Windows Mixed Reality, esso vi guiderà nella configurazione iniziale del device.

Collegate i cavi al visore e al PC e il gioco è fatto…beh non proprio.

Quando è stato il momento di collegare il VR al cavo non riuscivo a capire dove fosse l’ingresso dati che risulta infatti nascosto dietro l’imbottitura frontale (per semplificarvi le cose ho inserito nella galleria la foto del fantomatico ingresso), inoltre il dispositivo non veniva riconosciuto dal sistema: avevo aggiornato il pc, i collegamenti erano giusti? Si, tutto corretto, avevo collegato il VR tramite una porta USB-C 3.0 come suggerito dalla guida, ma montando il mio PC un chipset AMD (il problema viene riscontrato dagli x570 e B550), mi sono trovato di fronte l’errore 7-14 per il collegamento del VR.

Il problema è stato risolto utilizzando l’adattatore da USB-C a USB-A in dotazione, ma spero vivamente che in futuro questo problema possa essere risolto con alcune patch di aggiornamento.

Risolto questo problema l’istallazione procede spedita e ci ritroveremo a calibrare il nostro dispositivo. Ci verrà chiesto se vogliamo utilizzarlo da seduti alla scrivania (assicuratevi di indietreggiare sufficientemente per non prendere inavvertitamente a pugni il vostro schermo) o se vogliamo tracciare i limiti della nostra stanza, nel qual caso basterà percorrerla con il visore per far sì che l’ambiente venga memorizzato (il tutto può richiedere circa 1/2 ora, dipende molto dalle dimensioni della stanza e dagli ostacoli).

Fatto ciò, ci verrà indicato che possiamo indossare il nostro visore e il viaggio nella realtà virtuale avrà inizio. “Da dove?” vi starete chiedendo… Beh, da Cliff House: una villa moderna ed avveniristica (se non dovesse piacere il genere, c’è la possibilità di passare ad un super attico in una metropoli) affacciata su una scogliera (avete presente quella di Tony Stark?! ndr), composta da varie stanze dove troveremo dei tutorial per acquisire dimestichezza con i comandi di movimento. Per muoversi all’interno delle sue mura virtuali non è necessario il nostro movimento fisico, bensì basterà indicare con i joystick dove vogliamo andare, inclinare la levetta direzionale e saremo subito teletrasportati nel luogo da noi scelto.

La casa sarà già “arredata” con demo di giochi e video a 360° molto interessanti, ma potrà essere arricchita scaricando ulteriori contenuti o trasportando i contenuti presenti sul nostro desktop, il tutto grazie al tasto Windows presente su entrambi i controller.

Sempre in questa sezione troveremo delle scorciatoie molto utili come regolazione volume, impostazioni del sistema, cattura immagini e video.

Ovviamente immagino che non vi accontenterete delle semplici applicazioni dimostrative, quindi per vedere i veri muscoli del Reverb G2 sarà necessario installare Steam VR, basterà ora scaricare uno dei titoli a nostra disposizione ed il gioco è fatto.

Ne risulterà un’esperienza di gioco immersiva e con una risoluzione veramente eccezionale, come non mi era capitato di provare mai fino ad ora, anzi ho sempre trovato questa caratteristica dei VR limitante nel loro utilizzo, il classico bello ma…

Ma con il reverb G2 non ci sono compromessi la resa video è ottimale grazie alla risoluzione 2160 x 2160 pixel per occhio (4320 x 2160 pixel combinati).

Oltre che al mero utilizzo ludico, trovo che questo tipo di dispositivi troverà sempre più spazio in ambito formativo e dimostrativo.

Vi immaginate una classe scolastica che può visitare le rovine di un antico tempio romano o essere in mezzo a sabbia e sangue al Colosseo, proprio in mezzo alla mischia, mentre la professoressa spiega la lezione?! Sicuramente il tutto sarebbe molto più interessante di una lezione frontale, no?!

QUALITA’ PREZZO

Attualmente è disponibile intorno ai 699€, il che lo rende un investimento non proprio alla portata di tutti, ma sicuramente in linea con le capacità di cui esso dispone.

Se avete quindi deciso di fare un importante passo avanti per “entrare” definitivamente del mondo video ludico e dell’intrattenimento vi consiglio caldamente il Reverb G2, sperando che col tempo HP migliori quelle piccole sbavature che ho trovato per migliorare l’esperienza degli utenti.

Articolo precedenteSamsung sostiene l’arte con “The Art Room by Samsung”
Articolo successivoGarmin Developer Virtual Conference (GDVC) 2021
Stefano Repetto
Blogger, Nerd “professionista”... Sono un nerd della prima ora, quando ancora non era di moda e anzi, ci prendevano in giro. Sono figlio della cultura Pop degli anni 80 e 90 e del passaggio dall’analogico al digitale, cresciuto con un joystick in mano. Le mie passioni: videogiochi, fumetti, libri, modellismo, film e serie tv