Gli Stati Uniti intensificano la guerra commerciale con la Cina, imponendo severe restrizioni sulla vendita di chip AI. TSMC, Samsung e Intel obbediscono.
Con la nomina di Donald Trump a 47° Presidente degli Stati Uniti, la Cina si è trovata di fronte a un’ondata di sanzioni commerciali. L’ultimo colpo arriva direttamente dal settore dei semiconduttori, con le autoritĂ statunitensi che hanno ordinato a TSMC di interrompere le spedizioni di chip AI a 7 nm e inferiori verso aziende cinesi. La notizia è stata diffusa attraverso notifiche inviate ai clienti, specificando che non riceveranno piĂ¹ nuovi lotti in futuro. Anche Samsung ha ricevuto lo stesso ordine, probabilmente seguendo il percorso di TSMC.
Secondo quanto riportato da Economic Daily News, Samsung ha giĂ informato i propri clienti in merito al divieto, anche se il colosso sudcoreano ha preferito non commentare ulteriormente. Per le aziende cinesi, la situazione si fa ancora piĂ¹ complicata: se TSMC non è piĂ¹ disponibile come fornitore, Samsung rappresentava l’unica alternativa. Ora, anche questa possibilitĂ sembra sfumare.
Il tempismo di questa mossa non poteva essere peggiore per Samsung, che giĂ affronta difficoltĂ nel migliorare i rendimenti dei suoi processi GAA a 3 nm di prima e seconda generazione. La mancanza di progressi ha impedito a Samsung di attrarre clienti per i suoi nodi piĂ¹ avanzati, mentre TSMC ha continuato a guadagnare la preferenza per i nodi piĂ¹ maturi. Le conseguenze economiche per Samsung non sono ancora del tutto chiare, ma è evidente che gli Stati Uniti stanno riuscendo a limitare le opzioni di approvvigionamento per le aziende cinesi.
L’unica strada rimasta per queste aziende sembra passare per SMIC, la piĂ¹ grande azienda cinese di semiconduttori, che attualmente lavora su nodi a 7 nm. Tuttavia, SMIC utilizza vecchie apparecchiature DUV anzichĂ© macchinari EUV piĂ¹ avanzati, il che limita la sua capacitĂ di produrre wafer su larga scala. Tra i clienti principali di SMIC potrebbe esserci Huawei, che insieme a SMIC ha dichiarato di aver sviluppato un processo a 5 nm, anche se non è chiaro su quali prodotti verrĂ applicato.
Nonostante le difficoltĂ , le sanzioni potrebbero rappresentare un’opportunitĂ per la Cina. Le restrizioni potrebbero stimolare una maggiore indipendenza tecnologica, spingendo il Paese a sviluppare una propria industria dei semiconduttori in grado di competere globalmente. Sebbene si tratti di un progetto a lungo termine, è un passo necessario per ridurre la dipendenza dalle aziende sotto l’influenza degli Stati Uniti. Il percorso è lungo, ma l’obiettivo è chiaro: garantire una maggiore autonomia tecnologica e produttiva.