Il DMA mette alla prova Apple. La Commissione europea ha avviato un’indagine su iPadOS per valutare se rispetta le nuove regole sulla concorrenza.

Le autorità di regolamentazione dell’Unione Europea stanno verificando se iPadOS, il sistema operativo di Apple per iPad, rispetta le nuove regole dell’UE pensate per gestire l’influenza delle grandi aziende tecnologiche. La Commissione europea, responsabile dell’applicazione delle leggi sulla concorrenza nell’UE, ha annunciato l’avvio di questa revisione. Reuters riporta che la decisione arriva dopo che Apple ha presentato un rapporto dettagliando come iPadOS intenda conformarsi alle regole del Digital Markets Act (DMA).

Ad aprile, la Commissione aveva identificato iPadOS come una piattaforma fondamentale per le aziende per connettersi con i clienti, il che la rende soggetta alle norme stabilite dal DMA. La Commissione europea ora esaminerà se le azioni di Apple sono sufficienti per soddisfare gli obblighi stabiliti, tenendo anche conto del feedback delle altre parti coinvolte nel processo.

Il Digital Markets Act (DMA), divenuto legge all’inizio del 2024, impone ad Apple e ad altre grandi aziende tecnologiche una serie di requisiti. Tra questi, obbliga Apple a consentire agli utenti di scegliere il browser web predefinito sui loro iPad, abilitare app store di terze parti sul sistema operativo e garantire che accessori come cuffie e stilo siano pienamente compatibili con iPadOS. La mancata conformità potrebbe comportare sanzioni per Apple, fino al 10% del fatturato globale annuo. Nel 2023, il fatturato di Apple ha raggiunto 385,70 miliardi di dollari. Una penalità del 10% potrebbe arrivare a quasi 40 miliardi di dollari, una cifra che, seppur gestibile per un colosso come Apple, non passerebbe certo inosservata.

All’inizio di quest’anno, l’UE ha richiesto a Apple e ad altri giganti tecnologici di apportare cambiamenti per allinearsi alle nuove regole. In base al DMA, sei grandi aziende – Apple, Meta, Microsoft, Amazon, Google e ByteDance (società madre di TikTok) – sono state designate come “gatekeepers”, con l’obbligo di garantire una concorrenza e un accesso equi alle altre aziende operanti all’interno dell’Unione Europea.

Le recenti modifiche apportate da Apple per adeguarsi alle normative UE includono l’introduzione di app store di terze parti sugli iPhone. Ora, i primi esempi come AltStore PAL sono disponibili. Gli utenti dell’UE con iOS 17.4 o versioni successive possono accedere a questa alternativa all’App Store pagando un canone annuale di 1,50 euro più tasse. Il canone copre anche la Core Technology Fee (CTF) di Apple, un requisito per l’installazione di app store esterni. Tuttavia, prima di procedere con l’installazione, gli utenti devono affrontare diversi avvisi di Apple e confermare più volte, rendendo il processo piuttosto laborioso. Non sorprende vedere Apple adottare queste misure per garantire un maggiore controllo.

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Carolina Napolano
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