Il COVID-19 ha avuto un impatto a lungo termine su quasi tutti i settori e sta indubbiamente plasmando il futuro del mondo lavorativo, sia per i dipendenti che per le aziende. Secondo una nuova ricerca pubblicata oggi da JFD x BVA, il 70% dei cittadini italiani ritiene che la pandemia di COVID-19 colpisca in egual misura donne e uominiQuesto studio, condotto su quasi 4000 persone in Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, svela diversi aspetti interessanti in merito alla disparità di genere nel settore tecnologico e nell’imprenditoria.

  • Il 28% dei cittadini europei percepisce le competenze tecnologiche e digitali come tipiche dei soggetti di sesso maschile;
  • Il 37% delle donne in Europa intende lavorare in ambiente tecnologico o digitale;
  • Secondo i cittadini europei, gli imprenditori che hanno più successo sono dotati di senso di responsabilità, autostima, ambizione e leadership, qualità che non sono considerate tipiche dei soggetti di sesso femminile.

“Da questo studio si apprende che, nonostante la crisi di questo periodo, le nuove generazioni sono le più ottimiste sulla situazione economica del loro paese e sul proprio futuro. Questo dimostra la loro determinazione a fare parte del mondo di domani. Dobbiamo costruire un futuro sempre più digitale avvalendoci di questa nuova generazione di leader”, ha detto Delphine Remy-Boutang, Amministratrice delegata di The Bureau & JFD, Presidente di GEN France.

Che futuro offrono le occupazioni di domani alle donne e ai giovani?

Cina e Germania sono considerate i paesi che si riprenderanno più rapidamente dopo la crisi sanitaria. Secondo gli intervistati i loro abitanti, assieme a quelli statunitensi, sembrano meglio preparati a esercitare le professioni del futuro.

Inoltre, il sondaggio rivela un consenso unanime riguardo al fatto che le professioni del futuro sono legate al settore digitale, oltre a quello medico e paramedico. Il 46% degli italiani ritiene che quella dello sviluppatore informatico sia una professione con un futuro, mentre il 46% dei partecipanti considera anche quella degli ingegneri di intelligenza artificiale una professione con un futuro.

Per quanto riguarda il potenziale futuro delle professioni tecnologiche, le competenze digitali sono considerate le più importanti (76%), davanti a quelle tecniche (74%). Anche se in generale le competenze che verranno maggiormente richieste in futuro sono considerate sostanzialmente indipendenti rispetto genere del soggetto, le competenze tecnologiche e digitali sono percepite più come maschili (28%) che femminili (4%).

Sebbene il 6% dei lavoratori italiani ritiene che certe professioni tra 10 anni spariranno e non crede nella possibilità di una loro ripresa, emerge comunque la speranza nelle professioni del futuro, soprattutto nel settore digitale. Tuttavia, il 40% delle persone intervistate ritiene di non avere una preparazione sufficiente esercitare questo genere di professioni.

La motivazione principale è la mancanza di conoscenze e informazioni; infatti, solo il 38% pensa di essere ben informato in materia di professioni digitali (il 50% nella fascia d’età 15-29 anni). Complessivamente, le donne sono in una posizione di svantaggio in materia, nonostante il 43% di loro intenda lavorare nel settore tecnologico (il 59% tra i giovani dai 15 ai 29 anni).

Imprenditoria: una percezione distorta da parte degli imprenditori o delle donne?

Nel mondo professionale in generale, come in quello digitale, sono richieste qualità individuali più che relazionali, come l’adattabilità (76%), la creatività (73%) o l’intelligenza (74%). Benché generalmente queste qualità non dipendano dal genere, esse sono spesso ritenute caratteristiche femminili più che maschili.           

D’altra parte, gli italiani pensano che per rivestire il ruolo di imprenditore, le qualità più importanti siano il senso di responsabilità, l’autostima, l’ambizione e la leadership.

Le seguenti qualità, considerate essenziali per un imprenditore di successo, difficilmente sono attribuite alle donne: autostima (47%), ambizione (51%) e leadership (49%).

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