L’app Google Keep per Android potrebbe presto consentire il ridimensionamento delle finestre, ma la funzione sarà disponibile solo per dispositivi con schermi ad alta risoluzione (600 ppi o superiore).

Un inconveniente per gli utenti di Google Keep potrebbe essere prossimo a essere eliminato: secondo Android Authority, lo strumento per le note e le attività dell’azienda di Mountain View potrebbe consentire di ridimensionare le finestre quando vi si accede tramite Android. Interessante, considerando che l’ultimo aggiornamento di Keep risale al novembre dello scorso anno.

Attualmente Keep, per quanto versatile, consente la visualizzazione solo in due formati: schermo intero o schermo diviso – quest’ultimo, con il lato sinistro che mostra la raccolta di note e il lato destro che mostra una delle note, precedentemente selezionata. Considerando che la maggior parte degli utenti dell’app la utilizza in modalità verticale, questo può rendere molto difficile la visualizzazione delle informazioni.

La modifica nella nuova versione dell’app (5.24.222.01.90) non è ancora stata attivata, ma sembra approfondire questa seconda disposizione – con lo schermo diviso – aggiungendo una sorta di “maniglia” che fa sì che il pannello possa essere trascinato a destra o a sinistra, regolando una delle colonne a proprio piacimento.

Descrivere il processo in forma testuale potrebbe non rendere bene l’idea del funzionamento di questa novità, ma fortunatamente il sito ha pubblicato un video della funzione una volta attivata:

Se avete riconosciuto lo schema di movimento, complimenti per la memoria: Google Calendar utilizza lo stesso schema di visualizzazione su alcuni smartphone. Ed è qui che arriva la cattiva notizia: la novità dovrebbe arrivare alla fine, ma solo con dispositivi con schermi da almeno 600 ppi.

E attualmente, un numero molto ridotto di dispositivi soddisfa questo requisito. “Basso” appunto: i dispositivi più “high-end” venduti in commercio – come Galaxy S24 Ultra, Xiaomi 14 Ultra, OnePlus 12 o iPhone 15 Pro Max – hanno una media tra i 460 e i 540 ppi. Sony ha già offerto modelli che superano questa soglia: Xperia 1, ad esempio, arriva a 643 ppi.

Gli utenti più tecnici sanno già perché, ma essenzialmente il “ppi” è un modo per quantificare in numeri il grado di nitidezza dell’immagine visualizzata su un display. Più alto è il numero, migliore è la presentazione dell’immagine. Il problema: oltre i 500 ppi, l’occhio umano non è più in grado di determinare le differenze di nitidezza.

In termini pratici, ciò potrebbe significare che Google impiegherà ancora un po’ di tempo per rilasciare la nuova funzione Keep e, quando arriverà, non sarà adatta a molte persone, poiché il volume di dispositivi che soddisfano questo parametro è molto ridotto.

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Team CEOTECH
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