Prendete un calderone, metteteci dentro 1/4 di Assassin’s Creed, 1/4 di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, 1/4 di God of War, 1/4 di Fornite, mescolate il tutto, condite con un pizzico di ironia e la giusta media longevità e avrete un videogame chiamato Immortals Fenyx Rising.
Ubisoft Quebec, dopo le fatiche di Assassin’s Creed Odyssey, ci riporta nell’antica Grecia, ma lo fa meglio, a mio modesto parere.
TRAMA
La vita scorre tranquilla sull’Isola Dorata, il luogo in cui si trova il Monte Olimpo e dove risiedono tutte le divinità greche. Un vero e proprio paradiso, nel quale Dei, creature mitologiche ed eroi leggendari convivono serenamente sotto la guida di Zeus. Questo fino a quando Tifone, il più potente dei Titani, non riesce a fuggire dalla montagna nella quale era stato imprigionato, proprio dal Padre degli Dei, dopo una furiosa battaglia. Sono passati millenni da quel giorno, durante i quali Tifone ha visto crescere a dismisura la sete di vendetta nei confronti di Zeus e di tutti coloro che vivono all’ombra del monte Olimpo. Non c’è quindi da stupirsi se il Titano, una volta riconquistata la liberà, come prima cosa decide di “infrangere” il sigillo che separa l’Isola Dorata dal Tartaro, il regno sotterraneo nel quale vengono confinate le creature più malvagie, per invadere l’isola con un vero e proprio esercito. Dopo aver liberato i propri alleati, ha infatti privato le Divinità più potenti della loro “essenza”, così da renderle innocue, ha contaminato le creature selvatiche con la propria malvagità e ha corrotto gli spiriti dei grandi Eroi per sottometterli al proprio volere. Una situazione apparentemente senza speranza, ma è proprio quando tutto sembra perduto, che il destino, quello con la D maiuscola, si manifesta per rimescolare le carte. Esiste infatti una profezia nella quale è scritto che un mortale, giunto quasi per caso sull’isola, restituirà alle divinità le essenze rubate e combatterà al loro fianco per liberare l’Isola Dorata dalla minaccia di Tifone.
Una trama forse fin troppo scontata direte voi, ma il tono ironico del racconto, vi farà amare ogni singolo aspetto di questo nuovo titolo d’azione, open world in terza persona, sviluppato da Ubisoft Quebec.
GAMEPLAY
Nel gioco impersoniamo Fenyx, un soldato o una soldatessa, a seconda del sesso che scegliamo (e che possiamo cambiare durante il corso del gioco tramite la sedia della bellezza di Afrodite, sbloccando così anche un trofeo) che, dopo un rocambolesco naufragio, si risveglia su una delle spiagge meridionali dell’Isola Dorata. Tutti i suoi compagni sono spariti e della nave sulla quale stava viaggiando non restano che pochi pezzi di legno. Al protagonista non rimane dunque che iniziare ad esplorare i dintorni, finendo per ritrovarsi coinvolto in una lunga missione di salvataggio sotto la “sapiente” guida di Ermes, il messaggero degli Dei. Una missione raccontata attraverso le voci di due narratori d’eccezione come Zeus e Prometeo e che, tra incarichi principali, missioni secondarie, dungeon e sfide opzionali, mi ha tenuto impegnato per circa un 40 ore.
Il mondo di gioco si suddivide in 7 regioni differenti, dedicate ad altrettante divinità, liberamente esplorabili una volta superata l’introduzione. Tutto inizia con la scelta del sesso del proprio alter-ego e con la personalizzazione di quest’ultimo (o quest’ultima) attraverso un editor che consente di modificare, seppur in modo abbastanza limitato, l’aspetto di Fenyx prima di raggiungere l’Isola Dorata. Conclusa questa fase, si passa al gioco vero e proprio, che come da tradizione propone un gameplay basato su esplorazione, combattimento, crescita del personaggio e risoluzione di enigmi. Questi ultimi, seppur semplici, talvolta ci daranno qualche grattacapo, quasi a richiamare un’altra eroina videoludica come Lara Croft, giusto per citare un altro titolo alla quale si può ispirare Immortals Fenyx Rising.
Il combat system ricalca molto i classici Hack and Slash (ecco perché ho citato God of War), offrendo al giocatore la possibilità di utilizzare spade e asce, rispettivamente per attacchi leggeri e pesanti. A queste due tipologie di armi si affiancano poi l’arco, utilizzabile sia in modo tradizionale, sia controllando in prima persona la direzione delle frecce grazie al potere di Apollo e la possibilità di scagliare contro i nemici massi o altri oggetti.
Proseguendo con l’avventura, il protagonista avrà inoltre la possibilità di apprendere alcuni attacchi speciali, come lo Scatto di Atena, l’Ira di Ares o il martello di Efesto, di sfruttare le Ali di Dedalo per raggiungere altezze più elevate con i salti e planare o di farsi aiutare in combattimento da una fenice che risponde al nome di Fosforo. Tutte queste possibilità possono (e devono) essere combinate per dare vita a combo sempre più complesse ed elaborate con le quali fiaccare le difese degli avversari.
I nemici, seppure di differenti dimensioni e livelli di difficoltà, non impensieriscono affatto. Vi sono poi alcuni boss “leggendari”, qualche creatura unica e gli spiriti corrotti di Eroi famosi come Achille e Atalanta, che infestano alcune regioni.
Ogni combattimento, se affrontato con i giusti potenziamenti, non sarà un problema.
Sul fronte dell’esplorazione, Immortals Fenyx Rising si basa su un sistema classico e collaudato, con viaggi rapidi, sbloccabili grazie ad una prima visita in un determinato luogo. In ogni regione è presente una gigantesca statua che raffigura la divinità simbolo dell’area, che altro non è se non un punto di osservazione da scalare per “rivelare” la mappa della zona. Dalla sommità di ogni statua è possibile individuare e marcare tutti i punti di interesse presenti nella regione: l’osservazione diventa fondamentale, con il pad che inizierà a vibrare non appena ci troveremo in prossimità di un punto di interesse da mostrare con il giusto tempismo premendo il grilletto in basso a destra. Un aspetto che ho trovato alquanto snervante in alcuni frangenti.
Nell’ambiente di gioco, ci troveremo spesso a visitare le Cripte del Tartaro, dungeon all’interno dei quali Fenyx dovrà affrontare diverse tipologie di sfide, che vanno dai combattimenti con nemici speciali a sezioni platform, passando per enigmi basati sulla fisica, sulla logica o sull’utilizzo delle abilità. Ogni Cripta offre un livello di sfida differente, che va da quello più semplice alle intricatissime Cripte degli Dei, ovvero i dungeon nei quali sono effettivamente imprigionate le essenze delle Divinità protagoniste della vicenda, alle quali si potrà accedere solo dopo aver completato tutta la parte di storia a loro dedicata. Non nascondo che ho trovato le cripte delle vere spine nel fianco per il proseguimento della storia e ho trascurato il più possibile quelle secondarie.
Per muoversi con agilità tra tutte queste opzioni senza consumare i propri calzari, il giocatore può sfruttare le Ali di Dedalo o addomesticare una delle numerose cavalcature presenti sull’Isola Dorata, così da poterla richiamare in qualunque momento con la semplice pressione di un tasto. E’ però opportuno segnalare che tutte queste azioni, così come la corsa, le fasi di arrampicata, il nuoto e gli attacchi, consumano la resistenza a disposizione di Fenyx. Una volta esaurite le forze, il protagonista non sarà più in grado di eseguire mosse particolari, il che potrebbe tradursi in cadute inaspettate o, peggio, in un “blackout” che potrebbe lasciarci esposti agli attacchi dei nemici. Durante l’avventura Fenyx può infatti raccogliere varie tipologie di armature e di elmi, ognuno dei quali dispone, proprio come le varie armi presenti nel gioco, di caratteristiche specifiche. In alcuni casi è possibile raccogliere parti di set, che se utilizzate in contemporanea garantiscono benefit aggiuntivi e tutte le parti di equipaggiamento, così come le cavalcature e la fenice da “compagnia”, possono essere personalizzate tramite una vasta gamma di skin, che modificano in modo più o meno sensibile l’estetica dei componenti ai quali vengono applicate.
Anche per quanto riguarda gli enigmi Immortals Fenyx Rising offre al giocatore qualcosa di diverso, proponendo sia classici rompicapo logici, basati sulla raccolta di oggetti o sulla fisica, sia sfide nelle quali è necessario colpire in sequenza oggetti o attraversare bersagli utilizzando le frecce guidate di Apollo. A queste si sommano poi le sfide: quelle musicali, nelle quali è necessario individuare alcune piccole lire nascoste nella mappa, memorizzare la melodia proposta e riprodurla su una lira più grande posizionata in un’altra area della regione; quelle nelle quali bisogna ricomporre opere famose ispirate proprio alla mitologia greca, e una selezione di sfide, giornaliere o settimanali, di varia natura che vanno dalle classiche gare di velocità a quelle che richiedono al giocatore di completare specifiche attività prima dello scadere del tempo. Ognuna di queste attività, così come sconfiggere i nemici, permette al giocatore di raccogliere materiali consumabili o di entrare in possesso di nuove parti di equipaggiamento con qui potenziare e perfezionare le capacità di Fenyx. Alcune particolari sfide a tempo permettono inoltre di ottenere una valuta specifica, utilizzabile nel negozio gestito da Ermes per acquistare nuove skin con cui personalizzare l’aspetto del protagonista o delle sue cavalcature.
VOTO
9/10 – Per me è un titolo azzeccatissimo. Ubisoft è riuscita a riunire in un unico capitolo il meglio che il panorama videoludico possa offrire. Benché possa sembrare banale, Immortals Fenyx Rising riesce a stupire per la narrazione che unisce la mitologia greca con la vena ironica tipica dei giorni nostri, rifacendosi a una tradizione letteraria antica. Scherzare sui difetti dei singoli Dei dell’Olimpo ma mantenere uno stile rispettoso delle tradizioni e delle vicende che tutti conosciamo, non è facile. Il gameplay è ben congeniato, semplice, senza troppe combinazioni di tasti da ricordare. Le sfide e la raccolta di oggetti in giro per il mondo di gioco sono un vero passatempo, condito da qualche storiella o aneddoto davvero simpatico. Sicuramente Immortals Fenyx Rising è un’avventura divertente e godibile, che non tenta mai di strafare, proponendo un sistema di gioco “classico” condito con tutto il fascino della mitologia greca e con un’abbondante dose di humor sopra le righe. Pur essendo un open-world con diverse vicende correlate, non distoglie mai l’attenzione del giocatore dalla missione principale ed è l’aspetto che ho apprezzato maggiormente.
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